Reggio Calabria. Giornate tristi accompagnano il mio stato d’animo dopo l’avvenuto scioglimento del Consiglio comunale della nostra amata città, e l’ultimo dei miei pensieri è creare o addurre situazioni di scontro sociale che condurrebbero ad un punto di non ritorno, mentre il nostro unico scopo, è quello di affermare un clima sereno dove i commissari possano operare nell’interesse della collettività. E’ proprio in quest’ottica che appare indispensabile sgomberare il campo da dubbi o perplessità, che minino la legittimità di queste figure istituzionali chiamate a compiere un duro e complesso lavoro, ed a cui mi sento di esprimere fiducia e stima. Ma, ed in questo invito la ex minoranza del consiglio comunale ad evitare di polemizzare o strumentalizzare le mie parole come spesso accade, i quesiti posti a cui ancora oggi non si è avuto risposta sono importanti per poter meglio comprendere la situazione che tutti noi stiamo vivendo. La celeberrima relazione della commissione d’accesso, è stato constatato, in maniera inconfutabile, essere ricca di errori e di palesi violazioni della privacy in maniera del tutto gratuita verso molte persone che, quotidianamente sono costretti a rivolgersi agli organi di stampa per chiarire la propria posizione. Agli organi di stampa per chiarire? Perché? Si ritiene l’organo di stampa in grado di riabilitarci, per come frettolosamente ci ha esposto alla pubblica gogna? Perché non rivolgersi all’Autorità competente, all’Ufficio garante sul territorio della presenza dello Stato in città? Purtroppo è strano, ma terribilmente reale.
Oggi il giornalista ha un potere non indifferente, con la sua penna può innalzare ad onori o far crollare nel disonore più assoluto. Questa osservazione avrei voluto farla al Signor Prefetto, avrei voluto chiedere al Prefetto quello che i cittadini vogliono sapere e che tanto frettolosamente è stato reso pubblico, se la contiguità di cui parla la relazione produrrà il licenziamento dei dirigenti e dei dipendenti comunali menzionati, se ai consiglieri “sciolti” sarà posto il veto di candidarsi, se tutti i professionisti, le associazioni e le ditte che, indebitamente, sono state “marchiate” di contiguità non potranno più operare nella propria città. Persone incensurate, senza precedenti penali, oneste ma “contigue”: quale è, oggi, la loro posizione giuridica? Sono riabilitate? Sono condannabili? E se si, perché non le arrestiamo? Ma avrei voluto chiedere al Signor Prefetto anche quello che in città tutti si domandano e che, l’ex Sindaco Arena, persona onesta e perbene di Reggio Calabria, con grande garbo ed eleganza intellettuale, durante la sua anomala conferenza stampa ha più volte ripetuto: perché il certificato antimafia alla società Multiservizi è stato rilasciato ben sette mesi dopo le vicende giudiziarie note? Perché, ancora oggi, alla Leonia non è stato rilasciato dopo che ne era stata fatta richiesta nel dicembre 2011 da Demetrio Arena? In Prefettura chi si occupa di questa prassi e quale procedura segue, visti i lunghi tempi di attesa? A Reggio Calabria, con una relazione imprecisa e distratta, abbiamo individuato la “contiguità con l’ndrangheta” a Palazzo San Giorgio, ma se il principio che si è deciso di adottare è questo allora mi chiedo, forse altre Istituzioni hanno in essere delle “contiguità” che doverosamente devono essere accertate, la Prefettura, la Provincia, la Camera di Commercio, la Procura, l’Università etc. etc. Questo avrei chiesto al Signor Prefetto, questo è quello che tutti i cittadini di Reggio Calabria chiedono. Ed attendono, fiduciosi e speranzosi una risposta finalmente chiarificatrice.
Daniele Romeo
Coordinatore Pdl Grande Città