Villa San Giovanni (Reggio Calabria). Usare le Istituzioni come fossero un personale strumento di potere, oltre ad essere un fatto esecrabile rappresenta un segno di forte immaturità rispetto al quale occorre che tutte le articolazioni della Comunità reagiscano con nettezza e decisione. Ci riferiamo, evidentemente, alla singolare iniziativa del Sindaco, Rocco La Valle, sul tema dell’inquinamento ambientale e che dopo avere emanato un’Ordinanza dai contenuti devastanti, ha tentato di minimizzarne i contenuti svilendo il ruolo delle istituzioni e squalificando il ruolo che egli ricopre. Sarebbe, infatti, davvero grave che il sindaco avesse trasfuso in atti amministrativi fatti e circostanze privi di riscontri e del rigore scientifico necessario, perché quelle affermazioni sono destinate a provocare allarme dentro la Comunità villese. Ed in questo senso, proprio per l’Autorità che ha emanato quell’atto, deve intendersi che esso sia frutto di una seria e ponderata istruttoria su cui ora il sindaco deve essere consequenziale e fornire ogni informazione e dettaglio. La Valle nell’ordinanza, non ha usato mezzi termini affermando che il numero di malati di tumore, in città, “è di gran lunga maggiore rispetto a quelli residenti in altri comuni della provincia” e che “è ormai accertato che tale incidenza è da attribuire al fattore dell’inquinamento”…”considerati i rilievi effettuati, in più occasioni, sul territorio. Oggi il Sindaco non può, come ha tentato di fare nel corso della riunione a porte chiuse con i medici di base, tentare di sminuire la portata di quel documento che, seppur incapace di produrre effetti per incompetenza del sindaco, apre scenari di proporzioni enormi su una vicenda di cui si discute da anni. Così come riterremmo biasimevole che un simile provvedimento amministrativo sia stato prodotto, irritualmente e senza una fondata istruttoria, con il solo scopo di accentuare difficoltà imprenditoriali che in queste ore non vivono momenti floridi, con gravi rischi per le maestranze. Tantomeno, però, il preambolo e le motivazioni di quella ordinanza possono ridursi ad una semplice “necessità politica” di dare soddisfazione a talune aree, perché questo vorrebbe dire trovarsi di fronte ad un inquietante scenario, fatto di pericolosi trasversalismi che rischiano di trascinare nella più becera speculazione una questione che per molte famiglie ha un sapore tragico e doloroso. Noi non crediamo che la politica possa scadere a simili bassezze ma proprio per questa ragione riteniamo che debbano essere le stesse forze politiche, presenti in Consiglio Comunale, a dover fugare ogni dubbio ed a pretendere che il sindaco abbandoni ogni doppiezza di linguaggio e di comportamenti, spiegando al Consiglio Comunale e, dunque, alla città che esso rappresenta, ogni dettaglio ed ogni informazione riportata nell’ambito di quel provvedimento.
Rocco Caridi
Portavoce Movimento “Benvenuti al Sud”