Egregio Signor Maurizio Condipodero,
non Le nascondo che ho avuto parecchie perplessità leggendo le sue considerazioni nei miei confronti apparse sugli organi di stampa e, poiché ho una stima e un’affettuosa conoscenza per la sua persona, mi risulta davvero difficile doverle rispondere con le dovute rispettose doglianze.
Inoltre, dati i rapporti di reciproca stima (suppongo) che abbiamo sempre avuto, avrei gradito una sua telefonata per semplici chiarimenti sulle mie dichiarazioni.
Il primo dubbio che mi assale è che, nonostante la sua professionalità lavorativa e una certa esperienza, Lei caro Signor Condipodero sia stato letteralmente raggirato da qualcuno che, ritengo, abbia approfittato della sua buona fede e della sua riconosciuta passionalità, per indurla in dichiarazioni false e tendenziose, prive di fondamento.
La cosa che più mi infastidisce, comunque, non è che questo tentativo sia stato programmato e andato a buon fine, ma che Lei, con la sua arguzia e la sua lungimiranza, sia caduto in questo grave errore e debba fare la figura dell’avvocato Azzeccagarbugli.
Qualora Lei, invece, fosse venuto a conoscenza personalmente del mio discorso e in mala fede tenta di stravolgere le mie dichiarazioni, per la realtà dei fatti, è bene chiarire il contenuto del mio pensiero.
Accertato che Lei, Signor Condipodero, non era presente al Congresso ASI del 20 c.m. mi domando: Sa cosa ho detto? E se lo sa come si permette a stravolgere il mio pensiero? Ha avuto la registrazione del mio discorso? E se l’ha avuta, come si permette ad attribuirmi concetti che non ho espresso e che non fanno parte del mio stile di vita?
O forse crede di potermi diffamare senza prove documentali?
O crede di denigrare la mia immagine per sperare di poter continuare a sedere e dormire sulla poltrona del Coni regionale ?
Ci vuole ben altro che fantastiche dichiarazioni che io non ho mai rilasciato per scalfire la mia immagine; anche se non le farà piacere, ci sono anni di lavoro, di sportive passioni, di professionalità, di organizzazione di eventi che Lei e non solo Lei non potrà mai cancellare.
E’ dura da accettare, caro Signor Condipodero ma è una verità che gli sportivi calabresi e non solo, hanno vissuto giornalmente, partecipando, coordinando o solo assistendo; non sarà certo Lei, in questo modo, a fermare questa ondata di cambiamento di pensiero, di modi di gestire, di pianificazione, di programmazione.
Non sarà questo bieco tentativo a fermare questa ondata di meraviglioso rinnovamento.
Non dimentichi, caro Signor Condipodero, che la mia candidatura nasce proprio dal malcontento dei dirigenti sportivi calabresi, nasce dalla vostra inoperosità totale, nasce dalla voglia del fare e possibilmente fare bene.
Caro Signor Condipodero, gli sportivi calabresi sono stanchi delle parole dette e scritte, sono stufi di continue passerelle per premiazioni e atteggiamenti da “prima donna” di dubbia utilità, di continui comunicati stampa che non comunicano niente, tranne lunghe e inutili dichiarazioni del presidente del Coni uscente; gli sportivi calabresi hanno bisogno di fatti, di collaborazione, di pianificare, di programmare, non hanno bisogno di parole, parole, parole…
Non sono io a sostenere che il Signor Praticò è stato il peggior presidente che il Coni Calabria abbia mai avuto, non sono io a lamentare la sua inoperosità; io sono solo uno strumento che forse riuscirà a migliorare le condizioni del Coni Calabria, cercando la collaborazione di tutti, senza egoismi e soprattutto senza megalomanie.
Per maggiore trasparenza trascrivo testualmente le dichiarazioni da Lei giudicate offensive nei confronti del Presidente del Coni uscente: “… Non vi sono queste condizioni perché per noi sportivi i valori dell’etica, del rispetto delle regole, del rispetto altrui, della chiarezza, sono valori che ci portiamo dentro e che attuiamo tutti i giorni. E quando di fronte abbiamo persone che non la pensano come noi, che si dichiarano sportivi ma forse non lo sono mai stati, a meno che VENDERE GASSOSE AL CAMPO DI GARA DI GALLINA VUOL DIRE AVER FATTO LO SPORTIVO …”.
Caro Signor Condipodero, cosa c’è di così offensivo in questa mia dichiarazione?
Il mio intento era di sostenere che non basta entrare in un campo di calcio o in una struttura sportiva per essere definito sportivo; vendere gassose in un campo di gara, vuol dire essere un addetto alle vendite e non uno sportivo, con tutto il rispetto di chi svolge questo lavoro.
L’altra frase che le riporto testualmente è: “ SE VERRO’ ELETTO NON MI VEDRETE MAI DISTRIBUIRE, IN TRIBUNA STAMPA, BOTTIGLIETTE DELL’ACQUA, QUANDO GIOCA LA REGGINA CALCIO, perché ho una dignità di uomo ed ho una dignità anche per l’incarico che dovrò assumere…”
E Le chiedo: Lei ha mai visto il Presidente del Coni, Gianni Petrucci, distribuire bottigliette di acqua all’Olimpico di Roma, in tribuna stampa, con l’intento, forse, di accattivarsi le attenzioni e le simpatie di qualche giornalista per rilasciare interviste?
E se qualcuno negli anni passati lo ha fatto, non è legittimo dissociarsi e dichiarare apertamente che simile comportamento non sarà attuato dal sottoscritto?
Ho il diritto di dichiarare quali saranno i miei intendimenti ed i miei comportamenti?
E in che modo sono stato offensivo?
E che dire dell’utilizzo del termine “Novello Messia” con il quale Lei mi definisce?
Non le consento categoricamente, da uomo di fede e profondamente cattolico, di paragonarmi a qualcosa che è più grande di me e di Lei e la sua irriverenza la lascio giudicare a chi ci sta seguendo.
Rimane l’amarezza che un professionista e uno sportivo, tra l’altro componente della giunta Coni regionale, possa scadere in simili ironie e paragoni che nulla hanno a che fare con il mondo dello sport e con lo spirito che lo anima.
Ma Lei, come mai soltanto adesso scende in campo? Dove è stato fin’ora? E perché soltanto adesso si erge a paladino della legalità e della giustizia?
Mi dispiace, caro Signor Condipodero ma Lei non è credibile ai mie occhi e forse neanche agli occhi di chi legge; Lei non ha i requisiti per potermi bacchettare; sono tanti i veri sportivi che sono per me un esempio da seguire, ma Lei sicuramente non rientra fra questi.
Se proprio ritiene di dover fare qualche paternale, ebbene, la rivolga a qualche suo compagno di cordata ( non le sarà difficile individuarlo dato che vi si può contare sulle dita di una mano) che forse, essendo giudice di gara, crede, con enorme presunzione di poter essere anche giudice di vita, permettendosi di giudicare la mia persona e non il mio operato, con l’unico scopo di tentare di denigrare la mia immagine.
Se lo ritiene opportuno, comunque, sono sempre disponibile a inviarle il video del mio intero discorso (e non uno stralcio, badi bene) affinché Lei possa acquisire una vera conoscenza di quanto dichiarato dal sottoscritto in data 20 c.m.; e se vuole conoscere il mio programma e i miei sogni (che spero non restino chiusi in un cassetto), sappia che sono disponibile in qualsiasi momento a sedermi attorno a un tavolo per esporre i miei progetti e le mie proposte.
In tal caso, Le prometto, comunque, che non le chiederò di portare una relazione su quanto ha fatto il Coni Calabria in questi ultimi anni; non mi piacerebbe, vederla arrivare con un foglio completamente bianco.
Con cordialità
Tino Scopelliti