Reggio Calabria. Da semplice cittadino e professionista che ha conosciuto e vissuto, con tantissimi altri reggini, la civiltà di una volta, nonché le bellezze di questa città, oggi devastata, che non trova precedenti storici nemmeno nei tempi più bui della tangentopoli reggina, e senza volersi attribuire nessuna coloritura politica, vi è da sobbalzare alle dichiarazioni del Sindaco Demetrio Arena, che preannunciando un ricorso al TAR del Lazio (a spese di chi?) contro la decisione del Consiglio dei Ministri, ne vorrebbe tutelare la dignità dei cittadini offesi! Offesi si, ma non dal Consiglio dei Ministri. Ma di quale dignità parla il Sindaco? I cittadini dovrebbero sentirsi offesi ed invero, lo sono, non dalla decisione del Consiglio dei Ministri, che anche volendosi ammettere alcune imprecisioni, ha affondato il ‘dito nella piaga’ su ben altre note responsabilità che non sono attribuibili solo alla mafia, bensì a quanto accaduto sotto gli occhi di tutti. Il Sindaco, se ritiene, fa bene a ricorrere, ma che non mistifichi ‘il sacro con il profano’. Il cittadino comune ed onesto non si sente per niente offeso, per un semplice motivo. Il Consiglio dei Ministri non ha inteso offendere la città che è composta in larga maggioranza da persone oneste né tanto meno la dignità. Gli ‘offesi’ se ‘offesi’ sono i ben noti. Apparendo elementare il concetto che non ha governato il cittadino, che non è stato ‘sciolto’, bensì è stato ‘governato’. E’ ora di finirla con i stereotipi slogan ‘chi beve birra campa cent’anni’. Abbiamo il sospetto che, a tal punto anche il D’Annunzio rivoltandosi nella tomba sarà costretto ritrattare sul ‘più bel chilometro d’Italia’.
avv. Francesco Comi