Lettera aperta al Ministro Annamaria Cancellieri
On. Ministro Degli Affari Interni,
ho atteso che trascorresse qualche giorno, dopo la tempesta che si è abbattuta sulla mia città in seguito allo scioglimento del Consiglio Comunale, allo scopo di far decantare i sentimenti di rabbia mista ad angoscia e scoramento che stanno caratterizzando il mio stato d’animo e trovare la forza di elaborare un ragionamento sereno che desidero manifestarLe con questa mia questa mia lettera aperta.
On. Ministro Converrà che lo scioglimento di un civico consesso determina iL ribaltamento dei fondamentali principi democratici garantiti dalla Carta Costituzionale sia pur consentito da una legge, risalente agli anni ottanta, emanata per fronteggiare e contrastare il fenomeno della criminalità organizzata, su scenari però completamente diversi rispetto a quelli attuali.
Una normativa che, nel corso della sua applicazione, ha dimostrato precipue debolezze e specifiche carenze che le hanno impedito di rappresentare, così come era nel nobilissimo intento del legislatore, un reale ed efficace strumento di prevenzione antimafia nella pubblica amministrazione.
On. Ministro, se è vero e fondamentale che la classe politica debba dare il Suo imprenscindibile contributo ed i partiti, in particolare, devono recuperare il senso dell’Etica e della responsabilità, prestando la massima attenzione alla selezione dei candidati nel momento della formazione delle liste, abbandonando le dannose logiche del clientelismo e dalla raccolta aberrante ed indiscriminata del consenso;
E se è vero e fondamentale che i cittadini elettori debbano fare la loro parte, scegliendo con oculatezza i candidati nei quali riporre fiducia attraverso il voto;
E se è quindi vero e fondamentale che occorra promuovere processi di crescita culturale allo scopo di far comprendere che politica significa letteralmente essere al servizio della polis e quindi significa assumere doveri in più e non maggiori diritti;
E’ altrettanto vero, On. Ministro, oltre che è fondamentale ed urgente interrogarsi sulla opportunità di mantenere in vita la vigente legislazione la cui applicazione appare inutile quanto perniciosa nell’attuale momento storico , e piuttosto , iniziare ad intravedere la possibilità di riformareLa in melius , conferendo ai Sindaci o più in generale agli amministratori che hanno l’ardire (o come i più sostengono) la follia, di voler operare in contesti difficili e contaminati dalla mala pianta della ‘ndrangheta, (così come, purtroppo, la mia bellissima città), strumenti adeguati e specifici consentendo magari agli stessi di potere attingere anche a risorse umane e finanziare straordinarie per riuscire a blindare i Palazzi di governo cittadino dall’avanzata spesso fluida e subdola del malaffare organizzato.
On . Ministro Ella sa bene che l’attuale sistema è contraddittorio, (oserei dire ipocrita), Ella sa bene che i mezzi di cui un Sindaco, oggi, può disporre sono insufficienti, Ella sa bene che tra i diversi settori, magistratura, questura, prefettura quanto meno a livello locale non c’è sinergia; ed ancora Ella Sa bene che, alla luce delle quotidiane nefaste rivelazioni che derivano dalle indagini giudiziarie, tutti e nessuno escluso, i sistemi dello Stato appaiono oggi essere ahimé “contigui”!
Cosa dovrebbe fare allora Ella o il Consiglio dei Ministri Tutto? Sciogliere e commissariare la Magistratura? Le Forze dell’Ordine? Le Forze Militari? La Chiesa? L’apparato burocratico? Le Regioni, le Province i Comuni? Ovviamente non solo quelli calabresi, ma di buona parte dell’Italia?
On. Ministro Ella Sa Bene che la relazione della Commissione d’accesso al Comune di Reggio Calabria, non è degna di essere definita un atto di alta amministrazione ma è piuttosto frutto e risultato di un parto distocico, è ricca di errori (marchiani?) di omissioni (sospette?) di informazioni incomplete (non verificate?) di notizie pretestuose e strumentali (faziose?) che l’hanno resa farraginosa, attaccabile. Vergognoso atto nei confronti di un sindaco onesto, degli amministratori onesti e sopratutto di cittadini onesti!
On. Ministro comprenderà bene quindi che Ella ha assunto una decisione, sulla base di una normativa obsoleta ed inefficace ed ancor più sulla base di una relazione a dir poco fuorviante, sia pure con sofferenza e sia pure, rispondendo solo alla Legge Morale che è dentro di Lei di Kantiana memoria (e mi creda di ciò non dubito, anche a costo di sembrare l’ultima dei romantici).
Una decisione che si rivela, oggi, Suo malgrado errata e sicuramente esagerata ed ingiusta decretando il sacrificio abnorme non solo, e senza distinguo alcuno, di un’intera classe politica ma sopratutto di un’intera comunità.
On. Ministro il messaggio che con questa decisione il Governo fa passare è quello di uno Stato che invece di affiancare e sostenere il Bene per combattere il Male, lo sradica del tutto, lo elimina ponendosi come ostile controparte interrompendo bruscamente e, forse inesorabilmente, quel percorso e quell’impeto di risveglio delle coscienze e del senso di responsabilità che, al di là degli schieramenti e delle appartenenza politica, era cominciato e stava producendo buoni frutti.
D’altro canto proprio l’elezione del Sindaco Arena, apprezzato e stimato, trasversalmente da tutti i cittadini, per la serietà, onestà e il suo percorso adamantino, ne costituiva la prova.
Il Sindaco rappresentava la migliore garanzia di legalità!
Non solo per noi reggini ma sopratutto per Ella on. Ministro e per il Governo tutto, che ha, proprio nella lotta alla criminalità e nell’affermazione della legalità ai vari livelli, individuato una mission importantissima.
On. Ministro, proprio perché Ella ha deciso ascoltando “la Legge Morale che ha dentro di sé” non può fare a meno oggi, in ossequio alla stessa Legge Morale, di prendere atto che ciò che è emerso sulla suggestiva ma fuorviante relazione ha evidentemente alterato, quel processo, teso alla formazione del giudizio per l’accertamento della verità su cui si fonda la riflessione del grande filosofo da Lei citato, affermando il primato della Ragion pura rispetto alla Ragion pratica.
Alla luce di ciò mi permetto di invitarLa a voler rivedere il Suo provvedimento ascoltando la voce dei reggini che sono controparte, per ristabilire la verità fugando ogni dubbio circa la matrice politica del provvedimento e così ricucire, infine, quello sfregio permanente che è stato inferto non solo a Reggio Calabria ma a tutto il Paese
On . Ministro, Ella ne ha facoltà.
Tanto Le dovevo.
Reggio Calabria, 30 ottobre 2012.
Avv. Monica Falcomatà
Ex consigliere comunale RC