Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria). Il nuovo atto aziendale deliberato dall’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria è stato immediatamente messo sotto osservazione dai sindaci dell’Area Grecanica. Sono bastate le prime indiscrezioni, relative ai contenuti specifici dello stesso, per creare un clima di forte preoccupazione. Con questo ultimo provvedimento il “Tiberio Evoli” esce ulteriormente depotenziato rispetto a quanto era stato invece previsto col precedente atto aziendale, revocato dal direttore generale Rossana Squillacioti in ottemperanza alle sollecitazioni giunte dal commissario regionale per il piano di rientro. Le proiezioni non sembrano essere per nulla favorevoli all’Ospedale di Corso Garibaldi, cui proprio di recente è stata sottratta anche la Pediatria. Nel corso dell’ultimo anno di tagli se ne sono registrati in quantità, mentre del sospirato accorpamento con integrazione funzionale del nosocomio con l’azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli, richiesto con forza dal territorio non si ha notizia. L’argomento sanità, ovvero uno dei temi maggiormente più caldi di quest’ultimo periodo, all’inizio della prossima settimana, finirà sul tavolo della discussione dei sindaci dell’Area Grecanica. La comparazione del documento a suo tempo approvato con la delibera 221 del 25 novembre dello scorso anno fresca di revoca, con il Piano sanitario di nuova proposizione consentirà agli amministratori locali di mettere a punto un’adeguata “contromisura”, che successivamente il sindaco di Roghudi, Agostino Zavettieri, nella sua qualità di rappresentante del territorio, dovrà farsi carico di portare e sostenere in seno al Comitato dei sindaci dell’Asp, organo che dovrà esprimere il proprio parere sull’eventuale corrispondenza tra il Piano e le aspettative in materia di sanità nel territorio. Il passaggio con il Comitato della Conferenza dei sindaci rappresenterà solo il primo momento di una serie di iniziative che verranno portate avanti col proposito di salvaguardare al meglio Il “Tiberio Evoli”. “Anziché trovarci davanti ad un piano di rilancio dell’ospedale – ha commentato il sindaco di Melito di Porto Salvo, Gesualdo Costantino – con rammarico, ci troviamo costretti a prendere atto dell’ennesimo tentativo di cancellare il nostro presidio nosocomiale di riferimento. L’atto aziendale appena deliberato risulta essere talmente penalizzante nei riguardi dell’ospedale, al punto da spingermi, da un lato, a ringraziare il professore Tiberio Evoli per averlo fondato, mentre dall’altro mi porta a stigmatizzare l’orientamento della Giunta regionale e del Commissario straordinario alla sanità che invece stanno facendo l’impossibile per distruggerlo”. “Personalmente lotterò con tutte le mie forze perché questo non avvenga – ha aggiunto Costantino – e perché, in un’area depressa e scarsamente attenzionata come la nostra, non venga messo in discussione persino quel diritto alla salute che viene pienamente riconosciuto dalla nostra Costituzione”. In tema sanità, all’inizio dello scorso mese di luglio, su iniziativa del sindaco Gesualdo Costantino si era tenuto a palazzo municipale di Melito Porto Salvo un significativo incontro di carattere interistituzionale, alla presenza dei sindaci di Motta San Giovanni, Montebello Ionico, Roghudi, San Lorenzo, Bova, Palizzi, e del direttore generale della Regione, avvocato Franco Zoccali, delegato dal Governatore Scopelliti. Nel corso dei lavori, i sindaci avevano espresso la propria convinta volontà ad aprire un tavolo interistituzionale di concertazione permanente, il cui fine principale doveva essere quello di avviare, con i competenti organi regionali e dell’Asp provinciale, un confronto costante rispetto al processo di accorpamento con gli ospedali Riuniti di Reggio. Tra le legittime aspettative dei primi cittadini c’era anche quella di evidenziare non solo le criticità esistenti, ma anche di porre l’accento su quanto realmente serve all’ospedale al fine di poter garantire i livelli essenziali di assistenza e le emergenze-urgenze che nascono sul territorio che va da Brancaleone a Motta San Giovanni, ovvero che scaturiscono da un’area composta da dodici Comuni e da un bacino di utenza composta da circa 60 mila persone. I sindaci avevano chiesto attenzione ponendo in risalto l’esistenza di un sistema viabilità al limite dell’inesistente, parlando di collegamenti difficili, accessibili solamente attraverso la Statale 106. Tutte richieste rimaste inevase.
“Nel prendere atto – è stato il commento del sindaco di Roghudi, Agostino Zavettieri – delle decisioni che sono state ipotizzate per quanto riguarda il riordino della sanità provinciale, non possiamo non evidenziare l’esistenza di tante, troppe anomalie tutte a danno del Tiberio Evoli. Come area abbiamo le carte in regola non solo per difendere l’ospedale, ma per presentare una ulteriore controproposta che, partendo dai ritardi e dai difetti riscontrati, possa favorire la messa a punto di una offerta sanitaria ospedaliera pienamente rispondente alle aspettative della collettività”.
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