Festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Le dichiarazioni di Nicolò

Catanzaro. Il 4 Novembre la Repubblica italiana ricorda la Festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate, a distanza di quasi un secolo dalla vittoria contro l’Austria-Ungheria e la riconquistata unità territoriale nazionale dopo le sanguinose guerre di indipendenza. E’ nostro dovere elevare un pensiero di gratitudine verso quei giovani valorosi meridionali che accorsero a migliaia sotto il Tricolore per difendere il suolo nazionale e la dignità dello Stato. Molti di loro non tornarono più ai loro affetti, alle famiglie, onorando con l’estremo sacrificio il grande amore per l’Italia. A quei nostri giovani, dunque, il nostro primo e devoto ringraziamento, dedicando il nostro impegno per lavorare alfine di scongiurare conflitti armati e guerre, soprattutto alla luce di quanto l’Europa ha pagato sulla propria pelle con la seconda guerra mondiale. In tutti questi anni trascorsi, molto è cambiato nelle dinamiche dei rapporti internazionali, con la nascita di importanti istituzioni che finora hanno saputo far prevalere i grandi valori che stanno alla base della tolleranza e della salvaguardia dell’umanità, anche se c’è ancora tanta strada da fare, permanendo i numerosi conflitti armati così detti regionali – penso all’Afghanistan o al conflitto israelo-palestinese – a cui ancora non si riesce a dare soluzioni che siano rispettose delle parti in causa e per garantire i diritti delle popolazioni a vivere in assoluta tranquillità e prosperità. L’Italia, in tutti questi anni, è stata promotrice di significative iniziative di pace e di mediazione internazionale. I nostri soldati, autentici difensori della pace, apprezzati da tutte le popolazioni civili dei paesi e sugli scenari internazionali cui siamo coinvolti, tengono alto il buon nome del nostro Paese, con spirito autentico di soccorso e di concreto aiuto, aprendo scuole e ospedali, offrendo assistenza ai civili. Di pari passo, questa giornata deve inoltre ricordare ad ognuno di noi quanto sia prezioso il bene dell’Unità nazionale, con quanto sangue questo impegno è stato sottoscritto da giovani di ogni regione del nostro Paese. Perché da Milano a Pantelleria ancora oggi, questo nostro Paese parla un unico idioma nazionale, si veste di un’unica bandiera, il Tricolore Verde-Bianco-Rosso, che è anche un baluardo di protezione per tutto il nostro popolo, un unico popolo che nessun egoismo di partito può trasformare in piccole patrie, in macroregioni, in città-stato. Questo, dunque, oggi, deve restare il nostro impegno, quello di consegnare ai nostri figli una Italia più grande e forte perché unita, solidale, capace di rinnovarsi e di guardare al futuro con meno incertezze per le sue giovani generazioni.

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