Reggio Calabria. Negli ultimi giorni la nostra città è stata teatro di uno di quei fatti troppo frettolosamente etichettati come fatti di cronaca e che magari, un tempo, trovavano ampio spazio sulle prime pagine dei giornali, mentre oggi vengono addirittura ignorati. A pochi chilometri dalle nostre comode case sono arrivati decine di esseri umani (definirli profughi è riduttivo, non vogliamo limitarci a uno status giuridico), anzi centinaia, sbarcati miracolosamente sulle coste di Capo D’armi e sfuggiti da situazioni drammatiche come quelle che vivevano nei loro Paesi di provenienza. Uomini, donne, bambini, gente di tutte l’età fuggita dall’Afghanistan, dalla Siria, dal Pakistan,dall’Iraq, dall’Iran, fuggiti da quella parte di mondo dove fame, guerre, miseria non guardano in faccia nessuno. Nessuno di loro conosceva la meta di quel disperato viaggio, alla fine del quale, dopo aver cavalcato senza cibo né vestiti le gelide acque del Mediterraneo, sono sbarcati nell’estremo lembo della nostra Penisola. Sono arrivati a Reggio in condizioni non degne di un essere umano: impauriti, affamati, infreddoliti, hanno però trovato una città che, ancora una volta, ha deciso di stupire se stessa. Già, perché Reggio ogni tanto sa anche essere esemplare e non è senza dubbio eccessivo affermare che in questi giorni è venuto a galla il volto pulito della nostra Reggio, il volto della solidarietà, dell’accoglienza, dell’affetto che decine di nostri concittadini hanno voluto offrire a questa povera gente venuta da lontano. All’interno dello Scatolone, dove sono stati riuniti in attesa di conoscere il loro destino, abbiamo potuto constatare con i nostri occhi la meravigliosa sensibilità con cui gli uomini e le donne della Protezione Civile hanno saputo gestire l’emergenza: non solo efficienza gestionale, ma anche e soprattutto la generosità dei volontari, delle forze dell’ordine, dei medici e di singoli cittadini che non hanno esitato a rispondere positivamente ai vari appelli alla solidarietà. Una Reggio silenziosa, ma pulita, una Reggio bella e gentile, così lontana dalla Reggio del malaffare e dell’arroganza con cui siamo abituati a confrontarci quotidianamente. Gli occhi felici dei bambini davanti a una bambola o a un pallone, i sorrisi di chi per la prima volta poteva scegliere una felpa piuttosto che una giacca,la compostezza di chi aveva appena sfidato la morte, l’affetto dei volontari, la sensibilità dei cittadini: immagini che rimarranno nella mente di chi allo Scatolone c’era, nella mente di chi non c’era rimarrà invece solo la rabbia per una partita di basket che non si potrà disputare…
Arci Migranti Reggio Calabria