Varapodio (Reggio Calabria). Un invito a leggere e meditare il libro su don Lillo Altomonte, “perché arricchisce ed accresce le nostre qualità umane, morali e spirituali, nonché culturali”. Si è espressa così la giornalista Filomena Scarpati, nel corso dell’incontro a Varapodio, nella Chiesa parrocchiale di Santo Stefano Protomartire, per la presentazione del libro dell’on. Giovanni Nucera, “Don Lillo Altomonte – Profeta degli ultimi Padre dei poveri”, edito da Laruffa.
“La formazione è uno dei punti basilari del Vescovo della Diocesi di Oppido-Palmi Mons. Francesco Milito – ha ancora detto la Scarpati, nella sua qualità di responsabile dell’Ufficio Stampa e comunicazione delle comunità parrocchiali di Varapodio – ed aiuta a creare quel raccordo tra la Chiesa ed il mondo della cultura, che sta alla base dell’evoluzione sociale”.
Le notizie – ha proseguito – danno la conoscenza, e l’elaborazione di esse fa la cultura”. Soffermandosi sul lavoro dell’on. Giovanni Nucera la Scarpati ha esaltato il valore del libro, nel quale, “trattando come argomento principale la vita del Parroco don Lillo Altomonte nei tempi della sua giovinezza, riporta buona parte del carisma sacerdotale, e ci aiuta a comprendere quanto i sacerdoti debbano essere capiti ed apprezzati. Persone che rinunciano alla vita privata per dedicarsi alla gente delle loro comunità, immedesimandosi nelle problematiche e nella sofferenza che il prossimo si trova ad affrontare”.
All’incontro, moderato dal direttore responsabile del mensile “La Piana” Damiano Tripodi sono intervenuti, oltre alla Scarpati, il parroco don Mimmo Caruso ed il sindaco di Varapodio Orlando Fazzolari. Sul libro di Nucera ha relazionato il Dirigente scolastico Filippo Foti, che ha poi lasciato le conclusioni all’autore. Gli interventi sono stati arricchiti dagli intermezzi musicali del maestro seminarista Domenico Lando.
L’on. Nucera ha definito il suo lavoro “un atto d’amore nei confronti di don Lillo, e verso i tanti sacerdoti conosciuti e stimati per la loro umanità, umiltà e servizio silenzioso e quotidiano della Chiesa, che restando fedeli alla loro vocazione, affrontano fatiche, privazioni e sofferenze. Fu, quella del ‘parroco dei poveri’ – ha ancora detto Nucera – una storia di carità e di amore vissuta dentro la dura realtà di un quartiere popolare della città di Reggio Calabria, con decine di famiglie povere, cui si aggiunse nel tempo anche un cospicuo insediamento di zingari. Un contesto difficile nel quale don Lillo Altomonte riuscì a far germogliare i semi della carità, della solidarietà e della tolleranza”.
“Del grande messaggio di don Lillo Altomonte – ha concluso l’on. Nucera davanti ad una folta platea di partecipanti – dobbiamo averne memoria soprattutto oggi, in un periodo di grandi difficoltà per il paese, e per la diffusa povertà che sta interessando sempre più larghe fasce di popolazione”.