Villa San Giovanni (Reggio Calabria). “Non può esserci politica senza pensiero critico; le primarie saranno il nostro rischio per cercare di riavvicinare la politica alla società” così Bersani ha aperto il dibattito sulle primarie, sostenendo al contempo la conseguente decisione di modifica allo Statuto del Pd. La riforma della politica, la parità di genere, il rapporto rotto tra politica e società, la legge sui partiti(il Pd è l’unico ad avere la parola “partito” nel suo simbolo) per non parlare del rapporto tra etica e politica e dei diritti che vanno tutelati; questi sono solo alcuni dei temi che danno senso alla politica, ed alla sua necessità oggi per governare. Bersani dice: prima pensare all’Italia, poi al Partito, poi al destino personale, questo è il profilo che occorre darsi ed al quale riferirsi, la crisi della democrazia è dovuta in parte al fatto che la politica non ha risolto temi reali: occupazione,lavoro,ambiente, diritti. Bisogna avere cuore e testa tutti assieme, perché senza riscossa civica non funziona: per questo occorre favorire apertura, partecipazione,coinvolgimento; in quanto se è vero che “senza pensiero critico e dialettica non può esserci politica, senza partecipazione non può esserci politica. Necessita il coraggio proprio delle nuove generazioni, per accettare ed affrontare le sfide, le difficoltà ed i rischi, senza al contempo abbandonare la propria storia ed i propri valori. Ritengo fondamentale che le iniziative, le discussioni abbiano sempre a riferimento questa consapevolezza. Il 25 Novembre Il centrosinistra svolgerà le sue primarie. Primarie attraverso le quali il centrosinistra sceglierà il candidato premier, utilizzando uno strumento “democratico” quello appunto delle primarie. In queste primarie le linee di frattura e di riaggregazione attraversano le provenienze; ricalcano modi diversi di concepire il riformismo, il progressismo, l’essere di sinistra e di centrosinistra, indicano(al momento solo indicano) politiche diverse per pilotare il paese fuori dalle secche della crisi; richiamano l’interresse e la partecipazione di singole persone o di aree politiche(cattolici,radicali,socialisti,sinistra critica) che erano fuori dal Pd o se n’erano allontanate; infine portano alla ribalta del partito i “nativi democratici”. Tutto ciò riconduce il Pd al centro dell’attenzione positiva non solo di media e addetti ai lavori ma dell’opinione pubblica ampia, e in parte dell’elettorato. Tutto ciò – anche se ora non lo si vuole vedere – dà al Pd e al centrosinistra un vantaggio enorme. Dovrebbero rassenerarsi, e lo faranno prima o poi, tutti quelli che per un motivo o per l’altro esprimono disagio, dissenso, distanza, dispetto. Quelli che si preoccupano perché i candidati alle primarie si presentano con programmi contrastanti Quelli che non si riconoscono nella scelta secca fra Bersani e Renzi (perché non vi vedono uno spazio per sé, sindrome trasversale alle generazioni, che accompagna ex rottamandi ed ex rottamatori). Quelli che sono angosciati dalle procedure, o dalla coerenza fra primarie e sistema elettorale(pensando che le regole possano sostituire alterare o inficiare processi politici che invece sono perfettamente leggibili). Quelli che soffrono per le divisioni. In realtà, il Pd sta vincendo le sue primarie. E’ già oggi migliore come partito, e meglio piazzato sulla scena, di come fosse solo alcuni mesi fa. Bersani anticipa ciò che dovrà fare comunque: il ricambio di gruppo dirigente, Il Pd ne guadagna nel suo insieme. E’ chiaro che lo scontro non sarà pacifico, ma alla fine può dire che rimarranno rovine solo chi si senta personalmente non collocato, e anteponga la propria comprensibile sofferenza al giudizio distaccato sulla crescita complessiva del Pd. Ma la politica è fatta di persone: bisogna affidare il compito nelle mani giuste, avere fiducia in chi la merita, avere coraggio, il coraggio della scelta. “Le prossime primarie possono e debbono rappresentare un’occasione per affermare il profilo alla base della nascita del Pd. Un profilo coraggioso e innovatore, capace di sintetizzare, in un nuovo pensiero democratico, le culture riformiste del Paese”. “In gioco sarà la credibilità della proposta del Pd e del centrosinistra. Non solo per vincere le elezioni. Ma per andare al Governo. Non solo per andare al Governo, ma per governare. Governare per cambiare e riformare l’Italia, in una Europa più forte e unita”. Alle primarie; Pierluigi Bersani riveste il profilo adeguato per “guidare l’impegno del Pd per il governo e il cambiamento dell’Italia”
Antonio Salvatore Ciccone
Consigliere comunale Gruppo Pd Città di Villa San Giovanni