Ratificati gli studi di fattibilità per le Case della Salute di Chiaravalle, Siderno e San Marco Argentano

Catanzaro. Dal verbale della riunione del Tavolo Massicci si rilevano delle criticità nella definizione delle Case della Salute inserite nella riorganizzazione delle reti assistenziali previste nel Piano di rientro sanitario. In realtà – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale – la documentazione a disposizione dei Ministeri alla riunione del 7 novembre scorso non teneva ancora conto di quanto è stato realizzato recentemente. Infatti, con decreti del Presidente della Regione, nella qualità di Commissario ad acta per il Piano di rientro, Giuseppe Scopelliti, sono stati ratificati gli studi di fattibilità approvati dalle Asp competenti per territorio relativamente alle Case della Salute di Chiaravalle Centrale, Siderno e San Marco Argentano. Queste tre realtà, che derivano dalla dismissione dell’attività ospedaliera operata negli ex Presidi, sono stati presi a modello per la realizzazione della rete territoriale delle Case della Salute che, in base al Dpgr n. 135/2011, sono otto: quattro in provincia di Cosenza: Praia a Mare, Trebisacce, San marco Argentano, Cariati; due nella provincia di Reggio Calabria: Scilla, Siderno; una nella provincia di Catanzaro: Chiaravalle Centrale e una nella provincia di Crotone: piattaforma sanitaria di Mesoraca. Le otto Case della Salute saranno tutte realizzate negli ex presidi ospedalieri riconvertiti in virtù del Piano di rientro con l’eccezione di Mesoraca che sarà collocata in una piattaforma già esistente. I modelli organizzativi (di tre livelli dimensionali diversi) sono stati oggetto di uno studio della Regione fatto in collaborazione con il Formez nell’ambito del Programma operativo di assistenza tecnica salute. Lo Studio corrisponde a quanto richiesto dai Tavoli ministeriali e sarà la guida per la realizzazione per le rimanenti Case della Salute. Le Case della Salute saranno finanziate con risorse comunitarie. Attualmente, su circa 127 milioni di euro, si può disporre di 67.500 milioni di fondi Por/Fers 200//2013, anche se inizialmente erano previsti ulteriori 60 milioni sui Fondi Par/Fas al momento non utilizzabili. Rappresenteranno il punto di riferimento sanitario e sociale della cittadinanza negli ambiti territoriali dove sono previsti e diventeranno un nuovo modello di cure primarie alternativo al ricovero ospedaliero. L’obiettivo della realizzazione della rete territoriale delle Case della Salute è il potenziamento della medicina territoriale per portare l’assistenza primaria vicino al cittadini. Nelle Case della Salute si svolgeranno attività di prevenzione, di diagnosi e cura di tipo territoriale, di riabilitazione, di tutela della salute mentale ecc., realizzando una presa in carico globale dei cittadini con la messa a disposizione dell’offerta sanitaria alternativa all’ospedale, compresa l’emergenza-urgenza. Secondo il modello organizzativo ipotizzato le prestazioni erogate saranno affidate ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta in coordinamento con altri professionisti sanitari e specialisti ambulatoriali.

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