Reggio Calabria. Apprendo della imminente dismissione di Villa Zerbi , su perentoria indicazione di loro eccellenza, i sig.ri commissari che attualmente presidiano il comune di Reggio Calabria. Se oggettivamente il costo dell’affitto annuale e’ esoso, i danni che subirà il ns. comune saranno incommensurabilmente molto piu’ elevati. Villa Zerbi assume un ruolo cruciale nella filiera di rilancio della città , che e’ rappresentata dalla nascita di un “distretto culturale” (di cui esiste un eccellente progetto), grande attrattore sul piano del richiamo turistico a tutti i livelli, e cantiere –finalmente –creativo, per una nuova stagione che puo’ dare occasioni di crescita partendo dalle risorse umane del territorio, altamente competitivo e innovativo.. Ma cosa e’ nei dettagli il “distretto culturale” ?: un mix che mette in rete tutte le risorse materiali ed immateriali che possono e devono assumere un ruolo cruciale per la rinascita della città. Villa Zerbi , con la sua straordinaria architettura veneziana del ‘400 , con corte e un giardino di pertinenza, due foresterie indipendenti, con la via Zaleuco strada della cultura , che ingloba le attività presenti di supporto (ristoranti, libreria Culture), con il cineteatro Orchidea (bene confiscato e assimilato dal comune) come una delle case degli artisti, la via marina e l’Arena dello stretto , il Museo della Magna grecia , i Bronzi e il parco archeologico di S. Giorgio al corso, il teatro Cilea e piazza Italia, Il Siracusa, il dopolavoro ferroviario , il Lido con l’annesso cineteatro “Arena Lido”, i costruendi teatri di Gallico e Pellaro costituiscono un mix straordinario di potenziali attrattori culturali. L’hotel Miramare, l’hotel Centralino , il fantastico Roof Garden e tutti gli altri situati nella zona e lungo il litorale nord e sud, il camping degli ulivi all’Eremo sono potenzialmente strutture ricettive nella filiera della linfa vitale rappresentata dal turismo . Sul piano della produzione immateriale artistica e creativa abbiamo un conservatorio che produce molto piu’ di quanto si sia ancora ascoltato, un’ Accademia con giovani che non avrebbero niente da invidiare agli artisti Berlinesi se solo gli si dessero delle opportunità (una paga sindacale , anche minima) per concerti, perfomance ed installazioni nei siti urbani di rilievo come Villa Zerbi, , una possibilità di produrre con continuità e animare il territorio , estendendo l’azione in una sorta di “rete culturale “del capoluogo con tutta la provincia , fino a realizzare una sorta di “Borsa annuale “ delle produzioni che possano essere anche esportate, spezzando un funesto consumo passivo e una colonizzazione culturale che ha depredato la città negli ultimi anni. Vi sono poi istituti d’arte, di design, facoltà universitarie prestigiose che possono dare un contributo determinante come Ingegneria, agraria, architettura, giurisprudenza, l’università per stranieri che puo’ dialogare agevolmente con tutti i paesi europei creando notevoli occasioni di scambio produttivo. A Reggio si e’ inventato il teatro in Calabria, con personalità straordinarie di poeti e drammaturghi come Rodolfo Chirico, e vi è una generazione che cerca di crescere con una miriade di piccoli, medi , grandi spazi scenici come Ecolandia ed altri . Il mare, , la collina di Terreti, che puo’ rappresentare lo spazio verde dei Reggini e dei turisti, la montagna con il parco naz. D’aspromonte,e tante altre risorse mai messe a frutto. Da queste premesse un appello ai commissari e alla città di valutare la possibilità di trovare le risorse (quantomeno per una proroga semestrale) : Residenza Teatrale con Teatro Cilea (su cui va fatta una approfondita discussione a parte, che, ove si fosse realizzata la fondazione, come ribadisco da un decennio a questa parte, oggi avrebbe accesso al 5/8 per mille, alle risorse del MIBAC e altre, insieme ad una gestione oculata e molto piu’ trasparente ), la lg regionale sul teatro 3/2004, Carta credito Cultura( per cui la regione ha emesso un bando), Bandi Por (per cui sono previsti ingenti finanziamenti per l’asse cultura 2014/2020, così come a livello diretto europeo).La Compartecipazione di Conservatorio , Università , accademia e istituti d’arte , sovrintendenza, le stesse rapresentanze di “Sensi contemporanei”(artefice di eventi straordinari), e qualsiasi altra istituzione che disponga di risorse anche minime, con esposizioni ed installazioni, , beni e opere confiscati, provincia, regione , ex Ardis, sponsor privati, contributi materiali ed immateriali delle ass. cult. e degli artisti locali. Lo stesso comune , (che sembra abbia incassato dall’IMU ca.119 mln di euro , oltre al fondo di rotazione richiesto dai commissari per gli enti a rischio dissesto, il che fa ben sperare) spostando gli uffici dell’assessorato alla cultura e immagine all’interno della villa, avrebbe un risparmio annuale di ca. 40.000 euro da devolvere per l’affittodella stessa. Ci sono tutte le condizioni perché si possa risolvere la gravissima crisi che ci attanaglia, senza precludersi una strada per la rinascita, rinunciando all’idea del distretto culturale , che rappresenta una opportunità irrinunciabile, e di cui Villa Zerbi ne incarna l’icona e il centro propulsivo, , non decontestualizzando il Museo della Magna Grecia, con un corollario di attrattori. Come cittadino e artista a cui sta a cuore il bene di questa città, propongo di realizzare un Incontro tra Commissari, rappresentanti istituzionali, del Conservatorio, Accademia, Università, istituti d’arte, tecnici comunali responsabili della Villa, operatori della cultura e dell’associazionismo, proprietari della villa(che in passato si sono mostrati disponibili ad una notevole riduzione del canone), e tutti i soggetti che in diversa misura (anche minima) possono contribuire a salvare la disponibilità comunale di una struttura indispensabile per l’unico strumento –quasi luogo comune ribadirlo- che puo’ aprire la strada della rinascita per la città, ovvero la cultura , globalmente intesa, dove l’arte e la produzione intellettuale possono e devono aprire nuovi processi di pensiero, di comunicazione , di produzione , di riscoperta del ns. patrimonio. Rammentando il monito che ci hanno lasciato alcuni ns. antecedenti, che hanno , tra l’altro, vissuto ed operato nell’orrore del “Secolo breve”, il ‘900 e le due guerre. Per tutti, quel Nicola Giunta di “Chistu e’ u mundu” in cui rivolgendosi al popolo Reggino (paradigma di tutte le contraddizioni umane ) cosi’ lo apostrofava: “disgraziati non aviti paci , pirchi’ siti tra vui sempri nimici/ vui vi inchiti di paroli e buci/e purtati cu vui sempri la cruci”.
Nino Spezzano
Musicista, formatore, Attivista Globale