Staiti. Il Consiglio Comunale scegli la gestione associata di alcune funzioni

Staiti (Reggio Calabria). Anche il Consiglio Comunale di Staiti, piccolo comune dislocato sul dorsale preaspromontano, ha scelto la gestione associata di alcune funzioni fondamentali per l’azione amministrativa dell’Ente. Infatti, il Comune guidato dal Sindaco Antonio Domenico Principato, ai sensi della normativa vigente che impone l’obbligo ai Comuni con popolazione fino a 5000 abitanti di associarsi tra di loro per gestire alcune funzioni ha approvato alcune convenzioni relative ai seguenti servizi: Servizio Polizia Municipale da associarsi col Comune di Brancaleone di cui è capofila; Servizio Catasto tra i comuni di Bruzzano Zeffirio, Ferruzzano e Brancaleone(capofila); Servizio di Protezione Civile tra i comuni di Bruzzano Zeffirio, Ferruzzano e Brancaleone(capofila). Il ricorso a questa forma di associazione è stato fatto, come si legge nella delibera consiliare, per perseguire i seguenti obiettivi: migliorare la qualità dei servizi realizzando uniformità dei medesimi garantiti allo stesso modo nell’accesso e nella prestazione, evitando possibili disparità di trattamento, pur rispettando la peculiarità ed unicità delle esigenze di ogni ente; favorire la valorizzazione delle competenze; favorire la semplificazione dei processi amministrativi in particolare attraverso azioni di dematerializzazione e digitalizzazione; rafforzare le modalità di concertazione territoriale senza realizzare sovrastrutture macchinose, complicate e dispendiose; migliorare l’analisi del fabbisogno ed offrire una risposta più organica e strutturata allo stesso; gestire più incisivamente problemi complessi che esulano dai ristretti ambiti comunali e, infine, accedere, qualora possibili, a risorse finanziare pubbliche ad hoc. A proposito, c’è da rilevare che le prime prove tecniche di federalismo municipale tra i Comuni di Staiti, Brancaleone e Bruzzano Zeffirio sono state fatte sin dal 1873. A quell’epoca era stata adottata una delibera consiliare dove i tre comuni manifestavano la volontà di fondersi in un unico ente al fine di migliorare la qualità dei servizi da erogare ai cittadini. Quindi a distanza di un secolo e mezzo, era sorta l’esigenza di dare vita ad un’unica città. Queste fonti storiche sono contenute in un documento della Sotto Prefettura del Regno d’Italia del Circondario di Gerace scoperte presso l’Archivio di stato di Reggio Calabria. L’obiettivo degli amministratori comunali di allora era quello di creare l’antica città di Sperlonga così come lo Stradone(geografo greco antico) aveva tramandato nei suoi scritti che estende i suoi confini da Staiti fino alla vallata della frazione Fischia del Comune di Brancaleone. Questa unificazione serviva a dare maggiore impulso al commercio, all’agricoltura, alla pesca e a tutte quelle attività artigianali che rappresentavano all’epoca il volano e la cinghia di trasmissione per l’economia locale. Infine, la ferrovia di Brancaleone(inaugurata nel 1866) aveva rafforzato il convincimento che l’aggregazione sarebbe stata foriera di nuovi traguardi e benessere economico per le popolazioni interessate. Oggi, alla luce dei fatti, gli amministratori dei tre comuni avevano visto in lontananza perché le leggi dello stato impongono ai comuni al di sotto dei 5.000 abitanti di unificarsi tra di loro.

Agostino Belcastro

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