Giornata della Memoria. Campanella: “Ferramonti diventi simbolo di pace e riconciliazione, Israele onori Paolo Furgiuele”

“Sto scrivendo il libro su Paolo Furgiuele e mi accorgo ogni giorno di più che erano tanti gli italiani , fascisti, che provavano ribrezzo verso le leggi razziali, cosi come furono tanti gli italiani, antifascisti, che subito dopo difesero i galantuomini che avevano lottato per arginare la disumanità del nazismo”. Lo afferma Mario Campanella, giornalista, che sta scrivendo la storia del fascista omosessuale, Paolo Furgiuele, che difese e ospitò un giovane ragazzo ebreo, facendolo scampare al destino dell’internamento di Ferramonti. Sarebbe bello che la Calabria – dice Campanella – valorizzasse Ferramonti come luogo di ricordo, di pace e di riconciliazione, anche attraverso il contributo dei dodicimila calabresi ebrei che vivono in questa terra. Paolo Furgiuele era un uomo perbene- scrive il giornalista – che fece quello che ogni persona avrebbe dovuto fare : donarsi all’altro, rischiando la propria incolumità, senza nulla a pretendere. Non a caso subì le proscrizioni del postfascismo fino all’amnistia di Togliatti – prosegue il giornalista – senza mai invocare a sua difesa una storia che lo avrebbe certamente scagionato: era fascista e volle in un certo senso pagare questa sua colpa accettando il periodo di silenzio. Per il giornalista “è grave che il Governo non abbia inteso in alcun modo ricordare il 75° anniversario delle leggi razziali : c’è la necessità di diffondere la conoscenza tra i giovani non per dividere, ma per costruire un presente fatto di rispetto e di integrazione religiosa e culturale. Spero che un giorno Israele -conclude il giornalista – voglia onorare la memoria di questa persona inserendola tra i giusti: salvò una sola vita, ma basta una vita sola per salvare il mondo”.

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