Reggio Calabria. Quanto e in che misura la Resistenza è stata una realtà storica che ha interessato soltanto il centro-nord dell’Italia? Cosa facevano i giovani del Meridione mentre si combatteva per la liberazione del Paese? Domande forti, queste, che gli studenti del Liceo Scientifico “A. Volta” hanno affrontato nella mattinata di venerdì 25 gennaio nell’Aula Magna dell’Istituto con una compagnia di eccezione, il partigiano Aldo Chiantella e il professore Sandro Vitale, coordinatore provinciale dell’ANPI di Reggio Calabria. Se è di certo un dato incontestabile che la guerra di liberazione nazionale si sia svolta nel nord della penisola, è altrettanto incontrovertibile il fatto che il 40% dei giovani partigiani fosse meridionale, come le parole di Aldo Chiantella hanno precisato. Egli stesso, appena diciannovenne, sfollato in Friuli con la famiglia, a contatto con persone che avevano deciso di agire per la liberazione dell’Italia dalla morsa nazifascista, si è ritrovato a maturare una scelta di impegno civile e di militanza attiva. Con la pacatezza di chi con la narrazione rivive e medita un passato decisivo per sé e per gli altri, Aldo Chiantella ha regalato agli studenti del Liceo “Volta” la rara occasione dell’incontro con la storia vissuta, non la spiegazione del che cosa è stata la Resistenza ma del che cosa si diventa scegliendo di orientare la propria vita nel segno della responsabilità civile e politica, della libertà, della democrazia. La proiezione di un video sul campo di concentramento di Terezin preparato dai ragazzi della classe III I ha offerto l’occasione per parlare della SHOAH, del suo significato, della sua pesante eredità.L’ intervento di Sandro Vitale, ha indicato nella Costituzione l’approdo della Resistenza, una Costituzione scritta dai rappresentanti – uomini e donne – che gli italiani hanno scelto attraverso suffragio universale, una Costituzione che sancisce l’uguaglianza di tutti e la necessità che lo Stato crei le condizioni affinché essa sia reale e non solo formale rimuovendo qualsivoglia ostacolo a che ciò avvenga. Tra i suggerimenti di lettura forniti ai giovani presenti in sala, impossibile non citare “Lettera ad una professoressa” , esempio del principio democratico secondo cui la concretizzazione dell’uguaglianza passa necessariamente attraverso l’istruzione a tutti, con pari condizioni di accesso a strumenti e fonti di informazione e cultura. A sostegno di quanto espresso dai due ospiti sono stati gli interventi degli studenti, che hanno posto, fra i tanti, un quesito forte: se la Costituzione italiana è così “bella” ed è il dono di chi ha combattuto affinché si creassero le condizioni della democrazia, perché c’è qualcuno che rema contro e vorrebbe modificarla? Sia l’intervento del Prof. Pino Siclari, che ha delineato una sintesi dell’antisemitismo nella storia europea, sia quello della Prof.ssa Francesca Crisarà che ha concluso l’incontro, hanno risposto a tale domanda sottolineando la necessità di rimanere fedeli all’impegno democratico, anche in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, avendo cura di ciò che altri ci hanno consegnato dopo aver lottato affinché fosse possibile ritornare ad essere liberi. Appassionata regista nonché ospitale padrona di casa, la Dirigente del Liceo “Volta”, Prof.ssa Angela Maria Palazzolo, ha ribadito l’importanza che hanno per la formazione dei giovani occasioni di incontro come quella che la giornata del 25 ha offerto ai giovani studenti del Liceo e la necessità che la scuola sia sempre laboratorio di crescita, luogo di confronto culturale, aperto alle sollecitazioni di crescita umana che enti, associazioni, e realtà di vario genere possono fornire a sostegno ed arricchimento del processo educativo. Dunque che numerosi siano i giorni della memoria, positiva e condivisa.