Reggio Calabria. Settimo incontro del progetto “Conoscere è vincere”: il percorso formativo curato dall’associazione Libera-Nomi e numeri contro le mafie”, dal “Museo della Ndrangheta”, dall’Ufficio scolastico provinciale con l’adesione del Tribunale di Reggio Calabria. Il progetto nasce in seguito alla costituzione di parte civile di “Libera” nel processo “Meta”, una delle più importanti indagini contro la criminalità organizzata operante sul territorio di Reggio Calabria. Oltre alla costituzione di parte civile, Libera durante il processo abbreviato, che si è concluso con la sentenza di primo grado emessa il 29 novembre del 2011 dal gup reggino Adriana Trapani, è stata risarcita della somma di 500 mila euro. È la prima volta in assoluto che in Calabria viene risarcita con una cifra così importante un’associazione antimafia e per tale ragione il direttivo provinciale di Libera ha deciso di coinvolgere gli studenti dell’intera provincia reggina con incontri riguardanti il tema della legalità e alcune visite guidate alle udienze del processo “Meta” che si stanno svolgendo all’Aula Bunker di Viale Calabria. Dopo Rosarno, Polistena, Siderno e Locri, sono stati interessati i principali istituti superiori reggini. In particolare l’incontro di oggi pomeriggio si è svolto presso l’ istituto tecnico commerciale “Ferraris” coinvolgendo anche gli studenti dell’ Itis “ Panella-Vallauri”. Al tavolo dei lavori il sostituto procuratore antimafia Antonio De Bernardo, Claudio La Camera dell’ Osservatorio sulle misure di prevenzione e sul crimine organizzato e Giuseppe Giliberti, dirigenti della Squadra Volanti della Questura reggina. Il dibattito è stato moderato dalla giornalista Angela Panzera, membro di “Libera”, che in apertura ha riferito sulle fasi investigative che hanno portato al processo stesso, soffermandosi sulle guerre di mafia che si sono consumate nella città di Reggio fino al 1991 e sulle “logiche” devastanti dell’agire mafioso improntate sul potere che si acquisisce con il “rispetto” e il denaro. Sono stati letti ai ragazzi alcuni “pizzini” trovati all’interno del covo in cui si nascondeva il superlatitante Pasquale Condello, alias “supremo”, e alcuni passaggi di intercettazioni contenute all’interno dell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere i 43 soggetti arrestati nell’ambito dell’operazione “Meta”. Successivamente il pm De Bernardo ha delineato agli studenti quali sono il lineamenti del processo penale ossia l’attività delle indagini preliminari, del gip, del pubblico ministero e della polizia giudiziaria. Ampio spazio è stato alla spiegazione dell’udienza preliminare, alla scelta del rito e allo svolgimento del processo, alla composizione degli organi giudicanti ed infine agli elementi rientranti nel cosiddetto fascicolo del dibattimento. Molte sono state le domande poste dagli studenti che nonostante la complessità degli argomenti trattati non si sono tirati indietro e hanno instaurato con i relatori un largo dibattito. “La conoscenza è fondamentale per contrastare la ‘ndrangheta- ha dichiarato De Bernardo- quando avete dubbi dovete informarvi il più possibile. Avete professori attenti, avete internet, avete molti più strumenti rispetto a quelli delle generazioni precedenti; usateli in vostro favore”. Del fenomeno mafioso ha parlato anche Giuseppe Giliberti il quale ha dichiarato che “ non bisogna più permettere di additare Reggio Calabria come solo ed esclusivamente una città mafiosa. Reggio Calabria non è solo ‘ndrangheta. Voi ragazzi avete il potere di far cambiare le cose e il nostro dovere, quello mio, della Polizia di Stato che rappresento, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, è ripristinare la legalità sul territorio; ma se non abbiamo la collaborazione dei cittadini sicuramente ci metteremo molto più tempo. Non pensate che l’agire mafioso sia lontano da noi. Anche il bullismo, gli atti di prevaricazione, non sono reati penali contraddistinti come mafiosi, ma con la mafia hanno in comune la violenza, la prepotenza e l’illegalità. Per questo bisogna denunciare. Se subite o venite a conoscenza di atti intimidatori, di bullismo, di fatti legati al mondo degli stupefacenti, rivolgetevi alle istituzioni e anche e soprattutto ai vostri docenti. Permettete a tutti di svolgere il proprio compito nella società”. Il prossimo appuntamento del progetto “Conoscere è vincere” è previsto per martedì 19 febbraio e si svolgerà sempre presso l’ istituto tecnico commerciale “Ferraris”. Venerdì 22 febbraio invece, gli studenti si recheranno presso l’aula bunker di Viale Calabria per assistere all’udienza dibattimentale del processo “Meta”.
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