Reggio Calabria. Reggio Calabria oggi è una città distrutta, mortificata e offesa nella propria dignità, che ha dovuto subire la VERGOGNA (!) di un commissariamento per contiguità con la mafia e in ragione allo sperpero di risorse pubbliche senza precedenti, il conseguente (pre) dissesto finanziario. Reggio è risultata, palesemente, l’emblema del peggior malgoverno che vige nella nostra nazione; lo sanno bene i cittadini che improvvisamente si sono trovati i costi dei servizi triplicati (vedi bollette Tarsu, Acqua, ecc.), la stessa tassa IMU applicata nei valori massimi a causa del dissesto finanziario; le società miste (Multiservizi e Leonia e altre) in serie difficoltà, dopo la scoperta che la loro gestione era stata “affidata” alle cosche mafiose e dove centinaia di lavoratori assieme alle loro famiglie (spesso monoreddito) aspettano stipendi in ritardo da mesi. Una quadro cittadino talmente grave, che, nonostante l’enorme aumento fiscale nei confronti dei contribuenti, i commissari non sono riusciti nemmeno a garantire i servizi minimi, cosi assistiamo alla spazzatura dappertutto ( a ridosso di abitazioni, scuole, ospedali, ecc.) la fornitura dell’acqua sempre più insufficiente, le strade disastrate (veri e propri crateri, dal centro alla periferia), servizi sociali ormai inesistenti, ecc. ecc. La risposta degli elettori alle forze politiche della destra reggina, unica responsabile dello stato comatoso in cui versa la città, è stata quella di una bocciatura senza appello. Il centro-destra in città rispetto alle precedenti elezioni politiche passa da oltre il 52 % al 29% (meno 23% circa) con un PDL che dal 51% scende al 23% (meno 27.5%). Nel solo Comune di Reggio (con Arena candidato sindaco) una perdita di 28.674 voti. In Calabria la presunta vittoria (…?) della destra scopellitiana consiste nella perdita di 183.006 voti alla Camera e 185.950 rispetto alle elezioni regionali. Vero è che una parte del centrodestra (non scopellitiano) con onestà intellettuale dichiara “che visti i risultati c’è poco da festeggiare” anche perché Berlusconi ha perso le elezioni per un numero di voti nettamente inferiori a quelli persi dalla destra nella sola Calabria. A questo punto, visto la consistente flessione di consenso elettorale da parte degli elettori a coloro che sono stati gli artefici del disastro della città, ci si aspettava un segno di responsabilità: LE SCUSE AI CITTADINI. Invece ci si sveglia una mattina e la città si presenta tappezzata di manifesti di ringraziamento firmati PDL, proprio da coloro che i cittadini hanno voluto (e dovuto) punire togliendo oltre la metà dei consensi (-53%) in risposta a dieci lunghi anni di gestione disastrosa dell’Amministrazione Comunale. E siccome la presunzione non ha limiti, i vertici del PDL cittadino di fronte al neo eletto senatore Nico D’Ascola, che vorrebbe costruire una scuola della politica proprio per loro, sognano di scendere di nuovo in piazza per una lunga campagna elettorale che riesca a riportarli sullo scranno più alto di Palazzo San Giorgio. E per finire (?) si assiste alle dichiarazioni, tramite conferenza stampa, dell’ex sindaco Demetrio Arena che ora (?) propone una modifica dell’attuale legislazione regionale in materia di edilizia residenziale pubblica. «Il Comune di Reggio Calabria dovrebbe poter utilizzare i proventi derivanti dalla dismissione del patrimonio edilizio comunale per ripianare il deficit definito dai commissari prefettizi». Purtroppo il duro lavoro per ricostruire Reggio Calabria (città della gioia?) dopo il disastro del “modello-Reggio” provocato da Scopelliti e dal suo fallimentare decennio di gestione della città, per i reggini sarà di “lagrime e sangue” che durerà parecchi anni e difficilmente questo arduo impegno potrà essere RIDATO a coloro che sono stati gli artefici della disfatta.
Mimmo Penna
Psi Reggio Calabria