Gioia Tauro (Reggio Calabria). Continua senza sosta l’attività di controllo degli uomini e donne della Guardia Costiera di Gioia Tauro sull’intero ciclo della filiera della pesca, dallo sbarco del pesce fino alla commercializzazione al consumatore finale. L’attività di vigilanza è concentrata in questo periodo soprattutto sull’esercizio della pesca illegale di novellame di sarda, meglio conosciuto come “neonata” o “bianchetto”. Tre sono state le operazioni di polizia rilevanti, portate a termine in questi giorni, finalizzate al contrasto della pesca indiscriminata di specie ittica sottomisura per la quale sono state impiegate pattuglie terrestri e unità navali della Guardia costiera. La prima, effettuata nelle acque antistanti la località “Scinà” del comune di Palmi dove, l’equipaggio del battello GC B75, a seguito di un controllo effettuato a bordo di un natante da diporto, rinveniva una rete da pesca tipo “Tramaglio”, illegalmente detenuta, pertanto procedeva al sequestro dell’attrezzo e l’elevazione di sanzione amministrativa di euro quattromila al conduttore del natante. La seconda, nel comune di San Ferdinando, veniva rinvenuta a bordo di un natante spiaggiato sull’arenile, una rete da pesca tipo “Sciabica” lunga circa 40 metri regolarmente armata con linea di sugheri e piombi e pronta all’utilizzo. L’attrezzo è stato posto sotto sequestro amministrativo. La terza, nel comune di Gioia Tauro, dove a seguito di posto di controllo sulla S.S.18 venivano intercettati due automezzi con a rimorchio due natanti da diporto dove all’interno di uno dei veicoli venivano rinvenute due reti da pesca tipo “sciabica” lunghe rispettivamente 40/60 metri e 60/90 metri circa. Trattandosi di attrezzi illegalmente detenuti, si è proceduto al sequestro amministrativo con contestuale elevazione della sanzione amministrativa di euro quattromila al proprietario degli attrezzi da pesca. Il comandante Tomat ha voluto ancora una volta ricordare che i controlli proseguiranno con la medesima attenzione e con il medesimo rigore e sono mirati a salvaguardare il forte fenomeno di depauperamento delle risorse ittiche, causato da una eccessiva, irrazionale e, a volte illegale, attività di pesca.
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