Costi della politica. Dieci consiglieri regionali calabresi indagati: rimborsi anche per il “Gratta & Vinci”

Reggio Calabria. Sono dieci i consiglieri regionali indagati per peculato insieme a quasi tutti i direttori amministrativi degli ultimi tre anni dei gruppi di Palazzo Campanella. E’ il risultato dell’indagine condotta dai militari della Guardia di Finanza sui conti e sulle spese sostenute dai gruppi consiliari del Consiglio Regionale della Calabria. La notizia, confermata all’Agi da fonti investigative, è stata riportata oggi sul Quotidiano della Calabria. L’inchiesta, giunta da poco sul tavolo del procuratore facente funzioni Ottavio Sferlazza e del sostituto Matteo Centini, ha disvelato un buco nei conti della Regione. Di questi soldi si è persa letteralmente ogni traccia.
Ammonta esattamente a 500-600 mila euro il “buco” nei conti dei gruppi consiliari della Regione Calabria. Quasi un terzo del totale delle cifre erogate complessivamente dai gruppi non trova alcuna pezza giustificativa, soldi elargiti senza alcuna giustificazione formale. Scontrini e fatture d’altro tipo, invece, sono stati vagliati dai finanzieri, che hanno scoperto così che alcuni consiglieri regionali si facevano rimborsare dalla Regione anche delle spese personali, in un caso perfino i biglietti “gratta & vinci”. Soldi dei contribuenti spesi per pagare le multe dei consiglieri, il caffè, viaggi all’estero, hotel, ristoranti, e al vaglio dei militari anche le spese per le rate di automobili, spese di manutenzione relative sempre ad autovetture, bollette della tarsu e perfino le tasse da versare all’Agenzia delle Entrate.
Intanto i dieci indagati e gli altri soggetti coinvolti saranno sentiti probabilmente già a partire dalla prossima settimana. I consiglieri regionali e gli altri soggetti coinvolti nell’inchiesta non sanno ancora di essere indagati, poiché nei loro confronti ancora non sono stati inviati gli avvisi di garanzia, che li raggiungeranno a breve quando saranno ascoltati dai magistrati. Di sicuro tra i dieci non figura l’ex consigliere Antonio Rappoccio, arrestato lo scorso agosto per associazione per delinquere, corruzione elettorale, truffa e peculato, in quest’ultimo caso per l’utilizzo dei telefoni di palazzo Campanella a scopo di propaganda elettorale. L’indagine su Rappoccio, poi estesa anche alle spese in generale fatte dall’ex consigliere, infatti, è un faldone a sé stante rispetto a quest’ultima inchiesta.

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