Reggio Calabria. Nella mattinata di giovedì scorso, a Palazzo San Giorgio, si è tenuto un nuovo incontro tra l’amministrazione commissariale e le rappresentanze sindacali della Multiservizi, nel tentativo di trovare una soluzione al paventato rischio che le residuali attività societarie cessino definitivamente e che i 282 lavoratori della società perdano il posto di lavoro. La bocciatura del “piano di ristrutturazione e razionalizzazione delle società miste comunali” proposto dalla terna commissariale lo scorso novembre, sembrerebbe avere definitivamente sancito l’impraticabilità della costituzione di una grande società a totale partecipazione comunale, detta società in house, che nei disegni dei Commissari comunali avrebbe potuto garantire un adeguato livello dei servizi e, al contempo, il mantenimento dei livelli occupazionali. Ma dalla lettura del provvedimento di diniego del Commissario straordinario per la spending review, Mario Canzio, pare che il piano presentato fosse del tutto privo delle caratteristiche di un effettivo e concreto piano di ristrutturazione e razionalizzazione delle società controllate e non contenesse elementi tali da consentire una valutazione di convenienza dello svolgimento in house delle attività rispetto all’opzione alternativa dell’acquisizione sul mercato dei medesimi servizi, rivelandosi nella sostanza una mera “manifestazione d’intenti”. Non credo sfugga a nessuno di noi la gravità delle motivazioni appena riportate, così come ancora più evidente è il dramma occupazionale che, a questo punto, si nasconde dietro l’angolo. Per queste ragioni ritengo che la proposta debba essere ripresentata (forse con maggiore convinzione…), illustrando punto per punto i vantaggi economici realizzabili mediante una gestione diretta dei servizi. Solo per fare un esempio, è del tutto evidente che il ricorso al sistema degli appalti esterni dovrebbe garantire ai privati un margine di guadagno che nel caso della gestione diretta non dovrà necessariamente realizzarsi. Analogamente dicasi nel caso di una nuova società partecipata. Inoltre, ritengo che avendo oggi gli organi comunali preposti le idee più chiare sul costo reale delle attività un tempo svolte da Multiservizi, potrebbero rivedere complessivamente al ribasso l’importo mensile della spesa necessaria ad assicurare un livello adeguato di servizi al cittadino. Rimane sullo sfondo di questo tira e molla sulle cifre a cui si ispira tristemente ogni decisione che passa sulla testa (e sulla pelle) dei reggini l’involuzione sociale che affligge la Città in cui sono in gioco i posti di lavoro di tanti lavoratori che, nel bene e nel male, hanno trovato posto nella Multiservizi. Lo stesso Consiglio comunale oggi sciolto già il 25 luglio dello scorso anno aveva deliberato all’unanimità di ricercare una soluzione finalizzata ad assicurare la continuità dei servizi comunali e la tutela dei posti di lavoro, con esclusione dei lavoratori che la Prefettura di Reggio Calabria aveva individuato come vicini ad ambienti malavitosi. Assumo per la parte che mi compete la responsabilità di quella decisione insieme a tutti i miei ex colleghi che in quella lunga seduta del Consiglio comunale si sono spesi per raggiungere un’intesa che aveva come unico obiettivo assicurare uno standard minimo di servizi al cittadino, tutelando al contempo il diritto al lavoro, senza tuttavia cedere in alcun modo al rischio di infiltrazione mafiosa. Pur considerando incolmabili talune distanze e differenze, ritengo indispensabile il dialogo tra le forze politiche specialmente nei momenti di maggiore difficoltà; per tale ragione sottoscriverei nuovamente – e nonostante tutti gli eventi che hanno sconvolto il Comune di Reggio – quella deliberazione, considerandone le finalità ancora attuali e degne di essere ri-affermate.
Massimo Canale
Partito Democratico