Reggio Calabria. Il Tribunale Collegiale di Reggio Calabria, Olga Tarzia presidente, in accoglimento dell’istanza difensiva avanzata dagli avvocati Marco Tullio Martino e Giuseppe Putortì, ha disposto la scarcerazione di Gennaro Gennarini, ordinandone la immediata conduzione agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.
Gennarini era rimasto coinvolto insieme a Vincenzo Nettuno e Terenzio Minniti, nell’ambito della c.d. “operazione azzardo”, operazione nata dalle denunce di un commerciante, Gaetano Caminiti, il quale aveva sostenuto che tre individui, spendendo il nome di un esponente di una famigerata cosca reggina, avevano tentato di imporgli l’utilizzo di un software poi rivelatosi illegale, per il poker on-line. Gennarini e gli altri due imputati sono stati condannati, poche settimane addietro, alla pena di sei anni di reclusione per il delitto di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il processo si era dibattuto sulla scorta della visione del video, proiettato direttamente in aula nel corso dell’istruttoria, nel corpo del quale si evinceva un dialogo tra l’imprenditore ed i tre imputati. Gli avvocati Putortì e Martino, hanno inoltrato istanza volta a dimostrare come le esigenze cautelari potessero considerarsi scemate, anche alla luce della recente pronuncia della Corte Costituzionale, che ha sancito l’illegittimità costituzionale dell’art. 275 del codice di procedura penale, in una parte in cui non prevederebbe la possibilità di sostituire la misura del carcere – in siffatti casi – con quella degli arresti domiciliari.
Il Tribunale di Reggio Calabria, in accoglimento della tesi difensiva, ha disposto così la sostituzione della misura della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari.