Reggio Calabria. “Le dichiarazioni del direttore sanitario Patrizia Doldo, in merito all’imminente rischio di chiusura della Fondazione Campanella, struttura di eccellenza della sanità calabrese riconosciuta a livello nazionale e internazionale, suscitano una profonda preoccupazione ed inducono ad una seria riflessione circa le responsabilità della politica calabrese ed in particolare del Commissario ad acta Scopelliti nella gestione della sanità”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Pasquale Tripodi (Gruppo misto), che aggiunge: “Non è infatti tollerabile che la Regione, venendo meno alla definizione del budget economico per il 2013 della Fondazione Campanella, non ritenga prioritario salvaguardare e garantire tale struttura che si occupa di ricerca e cura dei tumori, di garantire l’assistenza oncologica di alta specialità, ambulatoriale ed ospedaliera, di prevenzione primaria e secondaria, di riabilitazione e di far acquisire agli studenti dell’unica facoltà di medicina della Calabria competenze e professionalità di alto livello.
Ancora Tripodi: “In tal modo la Regione, attraverso la mancata attuazione della legge regionale n.63 del 2012, svilisce il ruolo determinante che la Fondazione Campanella ricopre all’interno del panorama sanitario calabrese e mette a serio rischio l’attività clinica e di ricerca della struttura nonché i posti di lavoro, aggiungendo al dramma assistenziale anche quello occupazionale. Purtroppo queste sono le conseguenza di decisioni inadeguate e di comportamenti incoerenti, insensibili ed irresponsabili nei confronti di chi necessita di assistenza e di cure appropriate”.
Conclude il consigliere: “Se il Presidente Scopelliti, in qualità di commissario ad acta del Piano di rientro della sanità, non riterrà opportuno intervenire con estrema urgenza al fine di consentire alla Fondazione Campanella di poter continuare sia l’attività di ricerca sia l’erogazione delle prestazioni sanitarie, dovremo prendere atto con amarezza dell’ennesimo fallimento della politica regionale per quanto riguarda la gestione della sanità calabrese, ossia una palese incapacità di porre in essere interventi corrispondenti alle reali necessità presenti sul territorio e l’impossibilità di fornire risposte certe e tempestive ai cittadini”.
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