Antonino Calabrò: «Mio fratello Giuseppe non è collaboratore di giustizia»

Sono Antonino Calabrò, fratello di Francesco ritrovato dopo anni la settimana scorsa con la macchina nel porto di Reggio Calabria e fratello di Giuseppe attualmente detenuto.
Vi scrivo per rettificare quanto avete pubblicato in merito ad alcune affermazioni su mio fratello Giuseppe.
Mio fratello Giuseppe non è collaboratore di giustizia in quanto non gode di nessun beneficio di legge.
Giuseppe viene arrestato nel 1994 facendo alcune dichiarazioni sotto la pressione delle forze dell’ordine chiamando in correità alcune persone appartenenti alla criminalità organizzata sui fatti da lui autoaccusatosi entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia.
Giuseppe dopo soli due anni ritratta le accuse che aveva fatto contro quelle persone e immediatamente la procura ordinava l’immediata scarcerazione di tutti gli imputati e rimanendo in carcere solo mio fratello Giuseppe per i reati da lui autoaccusatosi (duplice omicidio di due carabinieri,duplice tentato omicidio di due carabinieri e un omicidio del vigile urbano e un tentato omicidio di un vigile urbano traffico armi etc..).
In seguito mio fratello è l’unica persona che sta pagando per i reati che ho descritto con sentenze definitive a due ergastoli e 27 anni, ripeto definitive.
Tutt’oggi mio fratello è detenuto per la condanna inflittagli e ha espiato anche tre anni di isolamento.
Fino a qualche settimana fa gli è stato negato un permesso premio previsto dalla legge  dopo tanti anni di detenzione.
Per questo vi chiedo di scrivere la realtà di mio fratello Giuseppe che sta pagando per quello che ha commesso ma  non è un collaboratore di giustizia ma bensì un detenuto comune dal lontano 1996 espiando quasi 20 anni di carcere ed ha avuto durante la detenzione restrizione carceraria.
Grazie distinti saluti.
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