Reggio Calabria. Ieri, venerdì 13 settembre 2013, presso l’Eremo della Madonna della Consolazione, si è svolta la consueta Veglia Mariana che precede la processione del secondo sabato del mese di settembre. Dopo il saluto iniziale, il presidente dell’Associazione dei Portatori della Vara, Dott. Gaetano Surace, ha rivolto un breve indirizzo di saluto e di benvenuto a S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, offrendogli anche il fazzolettone amaranto, segno di appartenenza all’Associazione, che Mons. Arcivescovo ha voluto subito indossare. Durante il breve pensiero omiletico tenuto alla fine della preghiera del Rosario, Mons. Morosini si è detto emozionato: “Partecipando per la prima volta a questa Veglia in questo Eremo, ho provato questa grande emozione: sentire attraverso la vostra fede la presenza viva e consolatrice della vergine santissima”. Successivamente ha sottolineato come la gioia verso la quale tendiamo e che speriamo di ottenere, necessita del sacrificio per essere conquistata: “Abbiamo appena pregato i misteri della gioia. La gioia verso quale tendiamo non è la gioia illusoria, è la gioia che dobbiamo costruire con il sacrificio. Il messaggio della gioia che ci viene dalla fede non è il messaggio di chi ci da la garanzia che stando fermi ed addormentati otteniamo la gioia eterna. La via della croce, garanzia sicura per la nostra gioia senza fine, è per noi cristiani la chiave interpretativa della nostra vita. “Se il chicco in grano caduto in terra non muore, non porta frutto”: questo è il seme della gioia. La gioia si conquista attraverso il sacrificio: l’annunciazione, la visita della Madonna a Santa Elisabetta, la nascita di Gesù, la presentazione al tempio, lo smarrimento e il ritrovamento nel tempio. Noi li chiamiamo misteri della gioia, ma sappiamo che queste esperienze della Vergine Santissima non hanno comportato una gioia immediata. Pensate allo stato d’animo della Madre quando Gesù si perse. Pensate alla natività: “non c’era posto per loro”. Pensate alla gioia dell’incontro con Elisabetta: partire da casa ed andare a servire la cugina, nonostante la gravidanza. Questo è il mistero Pasquale che comincia già nell’esperienza concreta della Vergine Santissima”. Riflettendo sui misteri della gioia cogliamo un dato importante: la gioia è un frutto della Vocazione che si compie. “Voi mamme lo sapete, meglio di me. La gioia della maternità è la gioia di una vocazione che si compie, ma che passa attraverso il travaglio del parto. Voi sportivi vivete la gioia della vittoria: è la gioia di una vocazione che se non è preparata con la fatica dell’allenamento è una gioia irraggiungibile. Voi studenti non raggiungerete mai l’obiettivo di superare le prove se non passate attraverso la fatica dello studio. Questo è il mistero Pasquale che si deve compiere anche in noi. La gioia cristiana è sempre legata alla fede!”. In conclusione Mons. Arcivescovo ha proposto a tutti i fedeli di scegliere Maria come modello di adesione alla propria vocazione. “Vogliamo imparare da Maria a guardare alla nostra vocazione come singoli, come famiglia e come società. Guardiamo a Maria per essere anche noi costruttori di gioia, costruttori di serenità attraverso il sacrificio personale. Miei cari non illudiamoci: il Vangelo non ci garantisce una gioia e una serenità senza la croce. Vogliamo essere felici nella Società? Questa felicità si paga! Come? Mettendo il bene comune al primo posto. In questo momento miei cari fratelli, mentre guardiamo i problemi della nostra città, mentre noi speriamo che questa città possa attraversare questo momento difficile, dobbiamo essere disponibili a porre le condizioni perché questa gioia, la gioia di una Reggio che rinasce, che ritrova la strada del progresso sociale, politico, economico, fondato sulla comprensione e sulla riconciliazione, si compia: dobbiamo metterci a disposizione, accettando di pagare quel poco che ci viene chiesto perché il bene comune prevalga sugli interessi personali”.
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