Reggio Calabria. Anche a seguito dello sperpero di denaro per feste e festini che puntualmente nell’estate degli anni passati si svolgevano sul lungomare di Reggio Calabria, la città si è venuta a trovare in una situazione economica – sociale a dir poco drammatica, che tuttavia sembrerebbe non aver fatto emergere la volontà di adeguarsi all’atmosfera di crisi della realtà cittadina, appesantita dalle ristrettezze economiche che sta attraversando l’intera Nazione. Mi riferisco, in particolare, agli sprechi durante le feste dei Santi Padroni di Reggio Calabria e Provincia che a mio avviso dovrebbero svolgersi all’insegna della massima sobrietà. Non si può parlare di crisi, di aumento di tasse, di restituzione dell’IMU e quant’altro e non rinunciare a qualcosa. Un taglio deve essere fatto indipendentemente dall’attuale pesantissima crisi economica. Sarebbe opportuno apportare dei tagli ai festeggiamenti civili, spettacoli in piazza che richiedono delle spese, fuochi e luminarie. Utile sarebbero controlli mirati sul costo dei biglietti presso le giostre. Per fare un giro di qualche minuto sulle giostre ci vogliono cinque euro, in alcune giostre sembrerebbe dieci, un prezzo esorbitante, un lusso che anche in altri tempi pochi si potrebbe permettere. Come può un genitore con due bambini accontentarli? E’ semplicemente costretto a non accompagnare i bambini alle giostre. Uno schiaffo alla crisi economica e ai poveri. La gente non ha denaro per affrontare le spese quotidiane, l’acqua non arriva in molti quartieri della città, le strade cittadine sono piene di buche, se ne evita una e se ne prendono due, scarseggia il carburante per i mezzi pubblici comunali che rischiano di non circolare, gran parte degli stessi transitano con ammortizzatori scarichi e il corpo del viaggiatore è sottoposto a fortissime vibrazioni, micidiali per le persone con patologie discali. Eppure continuiamo ad assistere a un cattivo uso di denaro che potrebbe essere meglio spesato per cose più utili per la città. La diligenza del buon padre di famiglia richiede sempre maggiore attenzione nell’utilizzo del denaro e seppur vero che bisogna coltivare e conservare le tradizioni è altrettanto vero che ogni cosa ha un limite. Mi sembra che le parole e le esortazioni del Santo Padre Papa Francesco e i segnali di sobrietà all’interno della chiesa lanciati dallo Stesso Pontefice, non trovano il giusto riscontro. A fronte dell’attuale e difficilissima situazione economica locale e nazionale non si può mantenere lo stesso tenore di vita degli altri anni, qualche sacrificio va fatto. Anche in tempi migliori ciascuno di noi dovrebbe cercare di individuare gli sprechi e le eventuali economie destinarle ai più bisognosi, potrebbero goderne i bambini orfani e/o abbandonati ospitati dalla Fondazione Unitas Catholica (Reggio Calabria), cui le rette, i modesti contributi di alcuni Enti e Istituzioni e le donazioni elargite da semplici cittadini non sono mai sufficienti.
E’ calato il sipario sulla festa di Reggio, ma il tempo delle riflessione continua e in considerazione che altre feste religiose e manifestazioni pubbliche ci saranno nel corso dell’anno, rivolgiamo appello agli organizzatori di qualsiasi tipo di evento perché pur rimanendo sulla scia delle tradizioni si evitino sperperi di denaro che tra l’altro lo spreco genera sempre altro spreco.
Vincenzo Crea
Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”
e referente unico dell’ANCADIC Onlus