Reggio Calabria. Di seguito la sintesi del documento presentato all’incontro con le associazioni promosso dalla Commissione straordinaria di Reggio Calabria alla presenza della sovrintendenza regionale per i beni culturali e paesaggisti della Calabria sul progetto di ampliamento del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria:
Numerose sono le perplessità sul progetto di ampliamento del Museo Archeologico di Reggio Calabria. Il progetto è, certamente, troppo importante per il ridisegno della nostra città per non essere stato affidato ad un percorso di progettazione “partecipata”, che avrebbe dato voce alle istanze dei cittadini.
Legambiente ritiene prioritaria, rispetto ad ogni altra considerazione, una dichiarazione di disponibilità della Sovrintendenza Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria a farsi tramite, nella qualità di committente del progetto, nei confronti del progettista Arch. N. Di Battista delle richieste di modifica di alcuni elementi del progetto in questione avanzate dai portatori d’interesse, rappresentanti di quei cittadini che, evidentemente, sono ancora attenti al futuro della nostra città. Infatti, dovendosi ancora procedere alla fase esecutiva ci sono i tempi per dare seguito alle osservazioni nate dal confronto con le realtà cittadine per arrivare a soluzioni condivise che restituiscano senso di identità alla comunità pur nell’innovazione.
È certamente comprensibile la necessità di nuovi spazi espositivi e per le attività museali, e a tal proposito già nel 2007 Legambiente intervenne sul progetto di restauro di Palazzo Piacentini con la proposta dell’acquisizione e del restauro del fatiscente edificio in cui era ubicato il bar Roof Garden.
Pertanto, per Legambiente diventa strategica e non procrastinabile la discussione sulla cosiddetta Proposta B di sistemazione e valorizzazione delle aree circostanti il Museo, richiesta dallo stesso bando del concorso espletato. Questa parte del progetto implica interventi di ridisegno e di arredo dell’area più a nord dell’attuale Lungomare. Ovviamente Legambiente è a favore di progetti innovativi che creino nuove opportunità attrattive e di fruizione degli spazi urbani, ma è per noi imprescindibile che ciò avvenga in armonia con il contesto in cui si inseriscono e nel rispetto dei bisogni espressi dalla comunità. Si richiede, dunque, una soluzione largamente “condivisa” e non “nascosta” all’interno di un’idea di concorso che va a definire un’ampia porzione di sistema urbano “saltando”, però, metaforicamente, ma anche fisicamente, il vero nodo di tutta l’area: la riqualificazione di Piazza Indipendenza e del “rudere” del Roof Garden, ferita ormai da troppo tempo aperta nel centro storico, sulla quale è giunta l’ora di fare chiarezza e di delineare una prospettiva.
Pur ritenendo ancora attuale questa proposta di acquisizione del Roof Garden e concordando sulla necessità di ripensare il nostro Museo secondo le tendenze più attuali e innovative che interpretano questi come spazi culturali aperti, polivalenti e fortemente attrattivi, Legambiente non è pregiudizialmente contraria al nuovo progetto di ampliamento, ma a condizione di rivederne alcune soluzioni architettoniche e di fugare definitivamente alcuni dubbi:
1. Non è comprensibile perché si debba innalzare di circa mezzo metro la quota attuale del tratto antistante del Corso Garibaldi, modificando il prospetto principale di Palazzo Piacentini e creando una barriera architettonica che interromperebbe la transitabilità del Corso Garibaldi in caso di emergenze.
Per Legambiente, inoltre, non sono negoziabili le esigenze ampiamente rappresentate dall’Associazione Portatori della Vara in relazione alla processione della Madonna della Consolazione. Sbaglierebbe chi pensasse di potere affrontare questo problema considerandolo marginale ed episodico, relegando la sua soluzione a qualche pedana da approntare al bisogno, perché dimenticherebbe che il consenso nasce dal rispetto della memoria e delle tradizioni di un popolo.
2. La cosiddetta “lanterna”, per quanto si possa contare su materiali trasparenti per la sua realizzazione, costituisce per le sue dimensioni e la sua posizione un elemento di cesura e di forte impatto sulla piazza.
L’intervento su Piazza De Nava per uniformarla alle dimensioni dell’isolato del Museo, inoltre, verrebbe a costituire un vero e proprio “falso storico” che, a nostro avviso, snaturerebbe l’equilibrio della piazza dettato da canoni culturali tipici del Novecento italiano.
Legambiente, dunque, rifugge da soluzioni che andrebbero a cancellare l’impianto attuale di Piazza De Nava, già sottratta al progetto che prevedeva il suo innalzamento al livello della Via Tripepi, fortemente contestato, anche con un appello sottoscritto da associazioni, intellettuali e cittadini reggini.
3. Una maggiore chiarezza andrebbe fatta da parte dei progettisti sulla “flessibilità” della struttura portante dello spazio ipogeo per consentire l’esposizione in loco dei reperti della necropoli ellenistica eventualmente rinvenuti secondo le tendenze museali più attuali.
4. È preoccupante non trovare traccia nella relazione di progetto del problema della presenza del torrente S. Lucia che, canalizzato in passato, scorre nel sottosuolo dell’area di Piazza De Nava, e delle eventuali soluzioni tecniche approntate nel progetto. Ancora oggi, infatti, nei periodi di forti piogge si lamentano danni e infiltrazioni nei locali interrati degli edifici circostanti, non da ultimo in occasione dei forti nubifragi che nelle scorse settimane si sono abbattuti sulla città, di cui è disponibile una documentazione filmata.
Siamo convinti che una buona architettura sia basata sulla ricerca delle soluzioni di progetto più opportune e coerenti con le sue funzioni, e siamo, dunque, certi che le osservazioni presentate dalle associazioni cittadine con spirito collaborativo potranno trovare risposte adeguate nelle prescrizioni che saranno formulate oggi nella seduta conclusiva della Conferenza dei Servizi per le necessarie modifiche da apportare al progetto in discussione.
Legambiente Reggio Calabria