Reggio Calabria. Avendo partecipato, quale rappresentante del Club Rotary Reggio Calabria, alla recente audizione collegiale promossa dalla Commissione Straordinaria Comunale prima dell’avvio della seduta conclusiva della Conferenza dei Servizi indetta per l’Approvazione del Progetto dei lavori per la sistemazione dell’area antistante l’ingresso principale su Piazza De Nava del museo di Reggio Calabria, penso possa tornare utile rendere pubbliche alcune riflessioni conseguenti.
Nel corso dell’audizione, la critica prevalente ha riguardato il merito della soluzione progettuale, pur essendo, com’è evidente, ogni valutazione di merito del progetto di natura soggettiva.
Basta considerare, ad esempio, le critiche rivolte alla previsione del “podio”, ipotizzato dal progettista attraverso il riallineamento della quota del piano di calpestio del piano terreno del museo e della quota della Piazza nel bordo più vicino al museo con la quota del “parvis”, o la previsione della “lanterna”che per il progettista costituisce elemento architettonico-funzionale caratterizzante, rendendo immediatamente percepita la presenza del museo a un potenziale osservatore che si trova a percorrere il Corso Garibaldi anche in lontananza dalla zona museale.
Dunque, alcune scelte che per il progettista costituiscono valore dichiarato per altri – quasi tutti i rappresentanti delle associazioni- diventano punti di criticità insuperabili.
A noi, fermo restando ogni diritto di critica e di opposizione motivata, pur considerando che a bando chiuso tutto diventa estremamente più complesso, sembra doveroso un supplemento di riflessione sulla soluzione progettuale proposta, anche per sopperire al deficit di trasparenza con cui è stata condotta l’intera operazione, e al ritardo con cui è stato aperto il dibattito sull’ importante operazione di trasformazione territoriale.
La nostra posizione è che non è utile pensare ad un contesto sclerotizzato, e che non bisogna temere le trasformazioni quando queste sono condotte con la dovuta attenzione, soprattutto quando interessano un’area connotata da elementi di intrinseca elevata sensibilità storica, archeologica, architettonica ed urbanistica.
L’operazione, infatti, se ben condotta, potrebbe favorire l’aspirazione manifestata, altrimenti velleitaria, di designazione della Città quale capitale europea della cultura per trasformare completamente la base culturale cittadina, e aumentare la visibilità internazionale. Si ricorda a tal proposito che nel 2019 la detta designazione tocca all’Italia.
In considerazione di questo, e per essere espliciti, nella circostanza, a noi invece è parso che l’attenzione dell’intervento progettuale proposto alle peculiarità dell’intervento stesso, anche sul piano squisitamente tecnico, oltre che storico e antropologico, non sia stata adeguata. Ci piacerebbe essere smentiti.
Non è possibile, infatti, che a livello di progettazione definitiva possano permanere ancora dubbi sulla presenza o meno di reperti archeologici significativi nell’area di scavo. Le moderne tecnologie consentono di prevedere con estrema precisione la presenza sottosuolo dei reperti.
Ci resta il dubbio, e anche qua vorremmo essere smentiti, che la stessa caratterizzazione geologica del terreno interessato da scavi imponenti, non sia stata condotta con sufficiente attenzione. Come se le cose fossero state condotte in fretta.
Elementi tecnici attenzionati non per il gusto di critica, bensì perché, siamo certi, l’impresa aggiudicataria dell’appalto li saprà far valere per avanzare riserve, le quali ingenerano lungaggini che, nella circostanza, attesa la valenza strategica del contesto museale, risulterebbero, non sopportabili.
Quanto al processo partecipato di formazione del consenso della cittadinanza attiva a riguardo delle trasformazioni territoriali di grande impatto, quale deve essere considerata quella che riguarda l’ampliamento del museo, a nostro avviso,è auspicabile che sia sistemico e non episodico.
E’ altrettanto sperabile in tal senso che l’”energia”positiva che la società civile sta mostrando in questa circostanza si focalizzi anche su tutte le tematiche che condizionano la qualità della vita dei reggini.
Francesco Costantino
Past President Rotary Club Reggio Calabria