Brancaleone (Reggio Calabria). Una fiaccolata per gridare al mondo che la gente di Brancaleone rifiuta e condanna ogni forma di violenza contro le donne. Lo fa con una imponente manifestazione mai vista nella millenaria storia di Brancaleone. Una partecipazione corale e sentita a riprova che la violenza è una cultura che non trova spazio tra la sua gente. Lo spunto è stato dato dall’omicidio di Tatiana Kuropatyk, una donna di nazionalità ucraina che lavorava come bandante presso una famiglia della cittadina jonica reggina, assassinata e violentata brutalmente mentre era intenta, sulla spiaggia, ad abbronzarsi sotto i caldi raggi del sole settembrino. Doveva essere per Tatiana una giornata come tutte le altre perché dopo aver terminato il suo turno di lavoro preferiva appartarsi in solitudine e in contemplazione in uno spicchio di spiaggia alla periferia nord di Brancaleone al riparo da occhi indiscreti. Purtroppo, per lei, quel giorno è stato fatale perché la furia omicida, per scopi sessuali, di un giovane rom del posto ha fatto scattare nella sua mente un raptus che è sfociato in una violenza inaudita. C’erano in tanti nel corteo silenzioso che si è snodato lungo il Corso Umbro I e il Lungomare a riprova che la gente di Brancaleone, anche se turbata, ha voluto, con la sua presenza, testimoniare il suo sdegno e la sua rabbia per un episodio che non doveva accadere in una cittadina che, sui pilastri della legalità e delle regole, ha basato la sua azione per vivere in un clima di cordialità, condivisione e rispetto verso il prossimo. Infatti, c’erano tutti i sindaci della Locride con tanto di fascia tricolore, esponenti del mondo della politica regionale e provinciale, rappresentanti del mondo della Chiesa, della Cultura, delle associazioni, della società civile, autorità militari, a riprova che tutti in coro hanno condannato la violenza subita dalla donna ucraina. Presenti anche, molti connazionali della vittima e cittadini di altre nazionalità. Prima che il corteo incominciasse il suo percorso c’è stata una veglia di preghiera presso la Parrocchia S. Pietro Apostolo presieduta dal parroco Don Angelo Battaglia. Anche qui la comunità brancaleonese ha dato una risposta come non mai. Il Sindaco della città Francesco Moio, nel corso del suo intervento, ha sottolineato la figura di Tatiana, una donna che si era ben inserita nel tessuto sociale spiegando il perché è stata organizzata una fiaccolata in suo onore. “Questa non vuole essere una coreografia – ha detto Moio – ma un momento di profonda riflessione e partecipazione perché riteniamo che ogni espressione che rifiuta la violenza sulle donne è un fatto estremamente positivo”. Anche il Presidente della Pro Loco, Carmine Verduci, organizzatore dell’evento insieme all’Amministrazione Comunale di Brancaleone e alla Parrocchia San Pietro Apostolo, dal canto suo, ha espresso parole di condanna contro il femmincidio che in questi ultimi tempi si sta propagando nel mondo a macchia d’olio con una velocità incredibile.”Questa sera siamo tutti qui per manifestare il nostro NO alla violenza e ad ogni tipo di violenza – ha detto Verduci – ma siamo anche qui per ricordare Tatiana perché crimini come questi non devono e non possono accadere. Stasera non siamo qui a manifestare contro i colpevoli o responsabili, non siamo qui per discriminare nessuno perché la violenza non si combatte con altra violenza o con l’emarginazione, la violenza è una crisi di valori della società e come tale va orientata verso etiche morali giuste che sono la base essenziale di ogni essere umano. L’umanità deve reagire contro questi crimini”. Infine, il corteo ha concluso il suo percorso nella parte terminale del Lungomare in prossimità dove è stato trovato il cadavere della donna ucraina. Qui, gli interventi del Sindaco di Ferruzzano, Maria Romeo, del parroco don Angelo Battaglia e del poeta dialettale locale Bruno Salvatore Lucisano che ha recitato una struggente poesia, hanno conferito all’evento un maggiore significato concludendo una serata che sicuramente resterà scolpita nella mente di quanti vi hanno partecipato.
Agostino Belcastro