San Procopio. Il commiato del parroco don Carmelo Surace

San Procopio (Reggio Calabria). La chiesa parrocchiale stracolma di gente per il commiato del parroco, Carmelo Surace. Tantissime persone, come sedici anni fa, quando don Carmelo, prese possesso della parrocchia. Il trasferimento del parroco, per certi versi, ha qualcosa di singolare. Infatti, il sacerdote, sulle prime aveva inviato una lettera al vescovo della diocesi Oppido-Palmi, mons. Francesco Milito, in cui chiedeva di essere trasferito in altra sede,salvo poi di tornare sui propri passi. Era stata l’intera comunità parrocchiale, dopo avere appreso la notizia a fare recedere il parroco dalla sua decisione. A quel punto, don Carmelo, si ravvede e ripropone al vescovo la sua permanenza nel centro aspromontano. E’ troppo tardi, fa sapere mons. Milito che aveva già destinato il sacerdote, Domenico Zurzolo di Melicucco, per sostituire il parroco di S. Procopio, assegnando nel contempo don Carmelo alla parrocchia di Melicucco. Allora i fedeli aspromontani si recano dal vescovo, dove tra l’altro si era portato anche il sindaco, Eduardo Lamberti Castronuovo. E’ loro desiderio che don Carmelo rimanga a S. Procopio, ribadendo che il sacerdote è il loro padre spirituale. Colui che gli ha fatto conoscere nella maniera più bella e pura la parola di Dio. Nulla da fare. Don Carmelo Surace, dall’inizio di questa settimana è il nuovo parroco di Melicucco. «Lascio S.Procopio, senza lasciare S.Procopio». Esordisce così don Carmelo nella sua ultima messa daparroco di S. Procopio. «L’ho detto, lo ribadisco, lo ripeterò, che insieme al nuovo parroco, voi sarete con me sull’altare. Vi invito a pregare affinché la mia nuova missione possa avere ottimi risultati. Un grazie ripetuto più volte. Grazie, la parola degli umili come diceva il vescovo Brigantini. Il primo cittadino, Lamberti Castronuovo, commosso ricorda il vissuto comune a favore della comunità in un rinnovato rapporto tra Chiesa e Stato. Al sacerdote viene donata una stola che raffigura il volto di Cristo, accompagnata dalle lacrime e dagli applausi di tutti i presenti.

Antonio Ligato

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