Reggio Calabria. Vergogna, una, dieci, cento volte. Da ripetere ed urlare senza tregua. Vergogna per chi dimentica gli ultimi. Vergogna per chi non è ultimo e non fa nulla per aiutare chi dovrebbe. Vergogna per questa politica stracciona, arruffona, che vive di vitalizzi, intrallazzi e comunicati stampa, che si batte il petto con la mano destra mentre arraffa con la sinistra. Cari concittadini, sono finiti i soldi, anzi non ci sono mai stati per darvi un contributo per pagare il vostro affitto. Non li ha la Regione, neanche il Comune. Allora a cosa serve pagare ancora di più I.R.A.P. ed I.R.Pe.F.? A cosa serve pagare l’acqua a più di due euro al litro? Perché si trovano i soldi per finanziare una “porcheria senza limiti” come l’ampliamento “catacombale” di Piazza De Nava ed invece non si trovano i soldi per voi? Perché la Regione trova i soldi per finanziare l’istituto Campanella, istituendo una società in house nuova di zecca, e si propone anche di accollarsi l’onere finanziario del tribunale di Rossano, ma non riesce a recuperare un contributo annuo procapite che può oscillare fra i duemila ed i tremila euro? Perché dobbiamo continuare a pagare per i loro errori con i nostri soldi ed i loro lauti e totalmente immeritati stipendi con i nostri sacrifici? Certo questa è demagogia, populismo di bassa lega: manca il progetto, i fondi o si accettano o si perdono. Sì, si sta perdendo tutti qualcosa, stiamo perdendo la nostra umanità; umanità che va al di la della nostra dignità, che già di per se è importante. Dimenticare gli ultimi è grave, ma cancellarli è intollerabile. Abbiamo protestato, come associazioni, come cittadini, per i temi più svariati e diversi, tutti importanti e stringenti, ma questa ulteriore vergogna, non si può tollerare. Quindi, signori miei, trovate questi soldi ora, subito, anche prima. Tirateli fuori dai vostri vitalizzi o dai vostri stipendi, dal finanziamento di qualche sagra, o dalle spese dei vostri gruppi, ma trovateli. Nessun’altra soluzione è tollerabile.
Giovanni Sergi
Socio fondatore Ethos