Locri (Reggio Calabria). Di seguito l’intervento di Maria Grazia Laganà Fortugno in occasione delle celebrazioni in memoria di Francesco Fortugno:
Autorità, gentili ospiti, signore e signori, carissimi ragazzi delle scuole calabresi, innanzitutto grazie per essere giunti fin qui, a Locri, e aver assicurato anche in questa occasione la vostra partecipazione alla commemorazione del mio amato Franco. Sono trascorsi otto anni dall’uccisione di mio marito. Non sono pochi. Eppure la vostra presenza è la testimonianza più autentica del fatto che la memoria del suo sacrificio non è andata dispersa ma ancora oggi continua a rinnovarsi. E i valori alti e i principi nobili che ispiravano l’azione quotidiana di Franco, nella vita di tutti i giorni e in politica, sono diventati patrimonio collettivo delle giovani generazioni. Questa nostra iniziativa non intende essere solo un’occasione per commemorare la figura di Francesco Fortugno, sul piano umano prima ancora che politico, ma vuol rappresentare un momento di riflessione nuova sui temi della legalità. Perchè di legalità, purtroppo, si continua a parlare tanto pur non essendo cambiato nulla da molti anni a questa parte. La ‘ndrangheta continua a dominare incontrastata nel nostro territorio e controlla porzioni sempre piu’ ampie del consenso, siede nei consessi elettivi, gestisce fiorenti aziende. Nel momento in cui abbiamo iniziato a ragionare sul taglio da dare all’incontro di quest’anno, abbiamo voluto superare la semplice, seppur importante, analisi della situazione privilegiando l’esigenza di guardare avanti. “Riaccendiamo la speranza” e’ il titolo che abbiamo scelto per questa manifestazione proprio perche’ stiamo attraversando un momento difficile. Difficilissimo. Da tutti i punti di vista. Riaccendere la speranza non significa non cogliere la gravita’ della situazione in atto. Anzi! Vuol dire guardare al domani con realismo ma anche con la necessaria consapevolezza che possiamo modificare questo stato di cose con le uniche armi che conosciamo: quelle della denuncia e della democrazia, i soli strumenti che nella nostra Repubblica dovrebbero orientare la politica e le scelte collettive. Otto anni fa il corso delle cose, in Calabria, venne cambiato diversamente, con i colpi di pistola che strapparono ai miei figli e a me l’affetto più caro. Ancora oggi, dopo anni di indagini, processi, sentenze, sono certa che tutta la verità sull’omicidio di Franco non sia emersa. C’e’ una zona d’ombra rimasta inesplorata. Non mi sorprende: e’, a ben pensarci, una costante della storia dell’Italia. I delitti piu’ gravi della nostra Repubblica – e l’assassinio di Franco e’ sicuramente uno di questi – in fondo sono rimasti in gran parte irrisolti, avvolti da un alone di incertezza, dalla consapevolezza, e non una semplice sensazione, che la verita’ dovesse fermarsi fino a un certo punto. Perche’ andare oltre avrebbe significato disvelare una realta’ troppo pericolosa. Viviamo in uno Stato che spesso palesa un machiavellico cinismo. Uno Stato nel quale ciclicamente vengono perseguiti disegni eversivi volti a modificare la volonta’ democraticamente espressa dai cittadini. Nessuno avrebbe mai potuto uccidere un uomo buono come Francesco Fortugno. Nessuno che non considerasse quell’uomo “pericoloso” per determinati interessi politico-affaristico-mafiosi minacciati dal vento del cambiamento che, nella primavera del 2005, spirava impetuoso in Calabria. In questo quadro si spiegano tante cose. Si spiegano le minacce e i tentativi di delegittimazione, le calunnie e le sottovalutazioni. Ma bisogna riaccendere la speranza di un nuovo cambiamento, di una nuova svolta, di un altro avvenire per la Calabria. Bisogna farlo nel nome di Franco che quella Primavera incarnava ed esprimeva con un sorriso, con un gesto gentile, con un atto di generosita’. Noi nutriamo la speranza che siate voi, cari ragazzi, a farvi promotori e protagonisti di questo cambiamento. Otto anni fa i vostri coetanei scesero in strada sfidando chi aveva commesso, organizzato e deciso l’omicidio di mio marito. Oggi tocca a voi dimostrare il coraggio di sfidare chi ostacola il sano sviluppo del vostro, del nostro territorio. Tocca a voi farlo con senso del dovere, con spirito di responsabilita’ e con amore verso la comunita’ cui appartenete. Non cedete alle lusinghe di chi vi prospetta potere e facile arricchimento. Non costruite le vostre vite sull’effimero ma sulle solide fondamenta dello studio, dell’impegno e della partecipazione democratica alla vita della nostra societa’. Siate protagonisti di una nuova Primavera nel Mediterraneo. Solo così ci aiuterete a voltare pagina e a scrivere un nuovo capitolo della storia di questa terra meravigliosa e dolente.
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