Reggio Calabria. La Costituzione italiana entra a scuola grazie al protocollo di intesa per la divulgazione della cultura della legalità firmato stamani tra la il prefetto di Reggio Calabria e l’associazione di promozione sociale “Democrazia nelle regole”. Il protocollo ricalca i contenuti di quello già stipulato a livello nazionale nel novembre 2012 fra l’associazione e il Ministero dell’Interno.
L’accordo prevede una sinergia tra la Prefettura e l’associazione per avviare, anche in provincia di Reggio Calabria, un percorso di collaborazione al fine di sviluppare progetti di educazione civica e di educazione alla legalità rivolti principalmente ai giovani studenti e alle scuole.
“E’ un impegno comune che assumiamo – ha detto il prefetto Piscitelli – di portare dentro le scuole la conoscenza della Costituzione, per farli crescere come sani cittadini e promuovere sentimenti per una vita secondo le regole civili”.
Giulio Bacosi, avvocato dello Stato, fondatore dell’associazione, ha rimarcato come la prefettura di Reggio Calabria sia stata la terza a mettersi in contatto con l’associazione subito dopo la stipula del protocollo col ministero: “Ci proponiamo di fare in modo – ha chiarito Bacosi – che i ragazzi si innamorino delle regole, che li proteggono dal principio del più forte”.
“Sono queste manifestazioni di grandissima importanza – ha sottolineato il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho – solitamente quando ho incontri pubblici ma non solo con i ragazzi nelle scuole ma anche con persone che vivono la nostra società, tendo a sottolineare quanto importanti siano gli insegnamenti che ci provengono dalla Costituzione, che dovrebbero trovare attuazione sempre, non esiste una parte precettiva ed una programmatica, è tutta precettiva. Soprattutto il diritto di solidarietà – ha proseguito Cafiero De Raho – dev’essere il valore più significativo perché tutti insieme possiamo reagire a determinate situazioni, qui a Reggio particolarmente incancrenite, occorre reagire e svegliarsi e capire che tutto quello che ci circonda non è come appare. Mi sembra strano che solo chi viene da fuori se ne accorge, mentre chi ci abita sembra non accorgersene”.
“Purtroppo la nostra Carta – ha osservato il Questore Guido Longo citando quanto appena detto dal Procuratore – in alcuni principi fondamentali non è stata applicata, e bisognerebbe riappropriarsene una volta per tutte e soprattuto in quelle porzioni di territorio come il nostro in cui nei principi fondamentali trova una quasi totale disapplicazione”.
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