Reggio Calabria. Violenza sessuale ai danni di Annamaria Scarfò, la Corte d’appello presieduta dal giudice Giuliana Campagna ha emesso la sentenza questo pomeriggio: confermata per tutti gli imputati la colpevolezza sancita in primo grado, rideterminate le pene per tutti con un leggero sconto dovuto al riconoscimento delle attenuanti generiche, trattandosi di incensurati. Gli imputati appellanti sono Maurizio Hanaman, Antonino Cianci, Fabio Piccolo, Antonino Cutrupi e Giuseppe Chirico, tutti condannati in primo grado a 8 anni tranne Piccolo, condannato a 9 anni di reclusione.
Il verdetto d’appello ha determinato uno sconto di un anno per tutti coloro che erano stati condannati a 8 anni, che ora diventano 7, mentre Fabio Piccolo vede la pena rideterminata da 9 a 7 anni e 8 mesi. Il pg Alberto Cianfarino al termine della requisitoria tenuta la scorsa udienza aveva chiesto la conferma di tutte le condanne inflitte in primo grado. La vicenda processuale è nata dal racconto della stessa vittima, che ha denunciato gli aggressori, giovani compaesani, che l’avrebbero violentata nell’arco di diversi anni nel paese d’origine, nella frazione San Martino di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, fin dall’età di 13 anni.
“E’ finito il calvario giudiziario di Annamaria – ha dichiarato all’Agi l’avv. Rosalba Sciarrone, difensore di Annamaria Scarfò, costituitasi parte civile – ma è rimasto quello umano, adesso deve iniziare un percorso di recupero del suo corpo e della sua mente”.
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