Reggio Calabria. Giorno 17 si è svolta, presso gli uffici comunali, la Conferenza dei Servizi sulla presentazione e l’eventuale approvazione del progetto riguardante l’area del lido comunale Genoese Zerbi. Vi hanno partecipato, con i propri rappresentanti e/o con pareri pervenuti per iscritto al competente ufficio comunale, una decina di soggetti istituzionali , il progettista Ing. Arena e quattro associazioni, che, avendo fatto preventiva richiesta, sono state ammessa alla riunione, senza alcun potere di voto, quali rappresentanti di interessi pubblici e diffusi. Ci permettiamo, prima di entrare nel merito del progetto, di fare una modesta riflessione generale in merito all’evento in oggetto. La riflessione riguarda il numero esiguo, anche se qualificato, delle associazioni presenti, visto che l’area interessata ha radici storiche-popolari antiche sentite dalla cittadinanza al pari, se non superiori, ad altre zone della città. Non ci arroghiamo il presuntuoso diritto, che lasciamo volentieri ad altri, di indicare strade, strategie ed uomini per una migliore vivibilità della nostra città, ma semplicemente notiamo come esistano pesi e misure diverse, a fronte di problematiche simili. Nel merito, ci pare corretto mettere in evidenza la relazione illustrativa dell’Ingegnere Arena, che fa ben capire quale importanza rivesta, per il progettista, la conoscenza del luogo in cui si opera. La “filosofia” del progetto è, a nostro avviso, tesa al recupero e alla fruibilità dell’intero complesso balneare. Aperto, senza barriere architettoniche che impediscano la fruizione dello splendido panorama dello stretto, legato alla città, fatto per la città e per chi vuol riportare i cittadini Reggini all’interno del lido. Un lido fruibile attraverso, e aggiungiamo noi, “non solo” la torre Nervi per tutto l’anno, volano di sviluppo economico e integrazione sociale. Un progetto che prevede l’autonomia energetica, per quasi tutto il complesso attraverso l’uso dell’energia solare, e il recupero dell’acqua piovana, per le esigenze del verde pubblico. Insomma, a nostro modesto avviso, un ottimo progetto, anche se andrà limato e implementato da accorgimenti tecnici, che alcuni enti hanno già richiesto. E qui cominciano le dolenti note, che non riguardano direttamente il progetto, ma la sua futura vita. Infatti per far “vivere” una struttura balneare occorre che la fogna non sgorghi spontanea a pochi metri dalla spiaggia, occorre che il bando d’appalto per l’assegnazione della struttura preveda non una privatizzazione totale, ma una compartecipazione tra privati e l’amministrazione, perché se è vero come è vero che il lido non è solo una struttura balneare, solo una amministrazione condivisa può ottemperare a principi di economicità e di socializzazione. Inoltre è necessario recuperare l’area dell’Arena lido e lo spazio antistante ed infine bisogna tutelare questi beni, anche quando la stagione balneare è finita, onde evitare di dover rimettere a nuovo le strutture danneggiate o distrutte. Insomma, al di la di tutto, come sempre dovrebbe essere, sarà la politica a dover far funzionare il tutto, stabilendo linee precise d’intervento e di utilizzo.
Associazione Ethos