Confindustria rafforza il ruolo attivo nei processi di partecipazione democratica della città e della provincia

Reggio Calabria. L’Associazione degli Industriali, presieduta da Andrea Cuzzocrea, al termine dell’ultima riunione del direttivo ha deliberato l’apertura di un tavolo programmatico che coinvolga le associazioni di categoria e le parti sociali, ma anche gli altri attori del territorio. Si avvia così un percorso nuovo, il cui obiettivo è individuare pochi e chiari temi da sviluppare per il futuro di Reggio, una città – è stato evidenziato nel corso dei lavori – che non ha bisogno di “libri dei sogni” né di inseguire modelli insostenibili dal punto di vista amministrativo, economico e sociale. Il direttivo di Confindustria ha pienamente condiviso l’impostazione data dal presidente Cuzzocrea che, nella sua introduzione, ha rilevato la drammaticità della situazione in atto. La crisi economica e sociopolitica di Reggio va avanti da troppo tempo e la sua persistente gravità è motivo di crescente allarme tra gli imprenditori, i professionisti, gli esponenti della società civile, il mondo sindacale, i lavoratori. Alla politica – è stato univocamente rimarcato dal direttivo di Confindustria – va attribuita senza ombra di dubbio e senza distinzione di colore la vera responsabilità di una condizione che non può che essere definita disastrosa. Reggio è in coda a tutte le graduatorie che tengono conto degli indicatori della vivibilità, del benessere sociale e della qualità dei servizi pubblici. E’, viceversa, in testa alle classifiche sulla povertà, sulla disoccupazione, sulla mortalità delle imprese, sull’economia sommersa. E’ soffocata dalla ‘ndrangheta che stritola le aziende sane. E’ paralizzata dalla crisi di un Comune che è stato commissariato per mafia e che versa, come e più degli altri enti locali, in condizioni penose dal punto di vista economico-finanziario. La liquidità che è stata iniettata dal governo non è un’elargizione gratuita ma un prestito oneroso che i cittadini pagheranno a carissimo prezzo per i prossimi vent’anni. Reggio Calabria è malata e i suoi veri nemici sono coloro che vogliono continuare a somministrarle una cura sbagliata. Né è ammissibile che chi ha partecipato a pieno titolo a una certa gestione amministrativa oggi possa declinare le responsabilità che gli appartengono. La vecchia terapia porterà alla morte civile, sociale ed economica la città più grande, popolosa e importante della nostra regione. Il tavolo programmatico di Confindustria Reggio Calabria – sostiene il direttivo dell’associazione degli Industriali – intende rappresentare un momento di vero confronto e di condivisione tra soggetti realmente interessati al futuro della città: dal decreto Reggio al Turismo, dalla pubblica amministrazione alla legalità, dalle politiche sociali ai trasporti. L’azione dell’associazione degli Industriali proseguirà in maniera scevra da connotazioni partitiche che non appartengono alla più importante confederazione datoriale d’Italia. Ma, esattamente come avviene a livello nazionale, Confindustria Reggio Calabria continuerà a esercitare il proprio diritto/dovere di stimolare la politica e la classe dirigente cittadina con assoluta e irremovibile determinazione, perché è questo il compito di chi si assume il rischio e la responsabilità d’impresa dando lavoro e lustro alla nostra realtà. In una comunità sempre più dilaniata dalla personalizzazione degli scontri, che ha finito per alimentare la disaffezione dei cittadini dalla res publica, per gli Industriali reggini non dovranno prendere il sopravvento le forze della malapolitica e del malaffare. E’ il momento di superare le visioni particolari e di avere a cuore l’interesse superiore di Reggio e dei reggini.

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