Reggio Calabria. Di seguito pubblichiamo l’accorato appello della sorella di Alessandro Maria Maesano, 34enne nato a Reggio Calabria, stato estradato in Italia dalla Bolivia lo scorso 28 agosto. L’uomo, che nello stesso comunicato stampa diffuso il giorno del suo arrivo a Fiumicino veniva descritto come “in particolari condizioni di salute in quanto affetto da una grave patologia”, deve scontare 14 anni di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti. La famiglia lo vorrebbe stringere a sé per l’ultima volta, in quanto, stando a quanto dichiarato dai familiari, l’uomo si sta spegnendo:
Gentile direttore, mi rivolgo a lei perché in questo momento stiamo vivendo ore di panico. io sono Rachele Maesano, sorella di Alessandro Maria Maesano di 34 anni, vi racconto brevemente la storia. Dunque mi fratello era latitante in Bolivia per delitti legati al narcotraffico, inutile dire che il piccolo poco c’entrava con quello di cui era stato accusato e malgrado tutto è stato condannato a 14 anni di reclusione. fin qui poteva anche passare. Due anni fa è stato colpito da glioblastoma di 4° grado al cervello, la forma di cancro più aggressiva che esista, ha subito due operazioni in Bolivia e una chemioterapia in Cile ma purtroppo il male si è puntualmente ripresentato. L’anno scorso, precisamente il 4 luglio 2012 è stato arrestato a Santa Cruz de la Sierra, quando noi familiari cercavamo di trattare la sua consegna spontanea, chiedendo appunto che fosse ricoverato in un centro adatto alla sua malattia. Dicevo è stato arrestato e sbattuto in un carcere boliviano, e sia l’ambasciata che il nostro ministero e tutti coloro che erano preposti a farlo estradare, se ne sono fregati, e così che la sua malattia è andata avanti fino che alla fine è entrato in coma. Così noi ci siamo attivati e dopo non pochi sacrifici siamo riusciti a mandare mia madre (71anni) la quale facendo ferro e fuoco è riuscita a farlo ricoverare in un centro oncologico sempre a Santa Cruz.
Alla fine dopo tanti contatti con la sempre indifferente ambasciata qualcosa si è mosso e dopo un anno e 2 mesi Alessandro è stato rimpatriato con volo commerciale fino a Madrid e da Madrid a Ciampino con volo militare il 28 .8.2013. Appena arrivato in Italia viene subito mandato al centro clinico di Regina Coeli dove gli viene diagnosticata dal medico del carcere una SEMIPARESI, sì proprio così. A nulla sono serviti i certificati e le risonanze e le tac che mio fratello portava con sé e gli stessi certificati fatti dal medico della scorta che è andato a prenderlo in Bolivia. Vado avanti. La sua detenzione continua a Regina Coeli fino a domenica 20.10 quando viene trasferito a Rebibbia ma non al centro clinico bensì in un reparto comune insieme a detenuti comuni e ancora nessuno si degna a fargli fare una risonanza magnetica visto che non si fidano della documentazione allegata dai medici boliviani. Intanto a mio fratello rimangono pochi giorni di vita e nessuno si muove, lui si sta spegnendo, non ricorda nulla non riesce ad alimentarsi né a muoversi in quanto è paralizzato per metà.
Vi prego aiutateci a muovere qualcosa. Quello che vi ho appena scritto corrisponde a verità assoluta e dimostrabile con documentazione medica e legale. Contiamo su di voi perché questa triste situazione si risolva presto e affinché mio fratello possa vivere le sue ultime ore con la famiglia.
Cordiali saluti
Rachele Maesano