Catania. Il gip presso il Tribunale di Catania, rende noto un comunicato stampa della procura distrettuale che qui riportiamo integralmente, accogliendo la richiesta deposita dal Pubblico Ministero, ha disposto il sequestro preventivo ex art. 321, comma 1, c.p.p. dei beni riconducibili a Giuseppe Privitera, Mariano Puglisi e Antonino Vaccaro, secondo l’accusa presunti elementi di spicco del clan mafioso facente capo a Biagio Sciuto inteso “Tigna” capeggiato da Orazio Privitera, allo stato tutti indagati per art. 416 bis c.p. ed estorsione nell’ambito dell’operazione denominata “Fiamma Blu”.
In particolare, le indagini del Centro Operativo Dia di Catania, hanno accertato che i predetti, avvalendosi della forza di intimidazione dell’associazione e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, avrebbero costretto diversi imprenditori di ditte operanti nel settore delle costruzioni ed impegnati nella realizzazione di opere pubbliche, in particolare la rete di erogazione del gas metano nei comuni di Palagonia e Militello Val di Catania, a consegnare loro somme di denaro.
In concomitanza con le indagini giudiziarie, sono stati peraltro effettuati accertamenti volti a rilevare la capacità reddituale di Giuseppe Privitera, Mariano Puglisi e Antonino Vaccaro e dei loro nuclei familiari, che hanno permesso di individuare diversi cespiti patrimoniali che, benché formalmente intestati a prossimi congiunti dei predetti, erano riconducibili alla loro effettiva disponibilità.
Gli accertamenti patrimoniali eseguiti hanno evidenziato forti profili sperequativi tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto, tali da fondare la presunzione, accolta dal gip, di un’illecita acquisizione patrimoniale derivante dalle attività delittuose connesse all’organico e prolungato inserimento degli indagati nella organizzazione delinquenziale.
In particolare, sono stati sottoposti a sequestro 7 immobili (terreni appartamenti e garage), 4 imprese esercenti l’attività edile, produzione di materie plastiche e casearia, 17 automezzi e diversi rapporti finanziari. Il patrimonio sequestrato ammonta a circa un milione e cinquecento mila euro.
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