Brancaleone (Reggio Calabria). Scongiurato per gli abitanti del Comune di Brancaleone l’aumento della Tares (Tributo comunale sulla gestione dei rifiuti e sui servizi indivisibili). Il nuovo tributo comunale che era entrato i vigore dal 1° gennaio 2013, in sostituzione della Tarsu (Tassa rifiuti solidi urbani), non sarà quindi aumentato in quanto il Comune di Brancaleone, come prevede l’art. 5 del Decreto-Legge 31 agosto 2013, n.102 ha raggiunto la copertura di bilancio del 100% obbligatoria per legge. Quindi, per effetto di questa determinazione adottata dalla Giunta Comunale della cittadina jonica reggina i cittadini non saranno sottoposti all’aumento dello 0,30% per ogni metro quadrato di superficie della propria abitazione. Il tributo da versare al Comune è pari a quello già pagato nell’anno 2012. In sostanza, con l’introduzione del nuovo tributo che scomparirà dal prossimo anno per lasciare il posto ad altra sigla di tassazione, come ampiamente pubblicizzato nella Legge di Stabilità che il Parlamento si accinge ad approvare, i contribuenti saranno tenuti a pagare i restanti 2/12 in quanto entro il 31 ottobre scorso hanno già provveduto a regolarizzare la loro posizione contributiva. E’ una buona notizia per gli abitanti del Comune jonico che, anche in questo caso, l’Amministrazione Comunale si è dimostrata molto sensibile non aumentando di un solo centesimo l’odiato tributo nonostante la normativa glielo consentiva per rimpinguare le casse comunali. Infatti,dopo l’abbattimento dell’IMU, per la prima abitazione concedendo ai proprietari una detrazione pari all’ammontare della imposta da pagare anche per la Tares il Comune ha ritenuto opportuno, tenuto conto della grave crisi economica in cui versa il Paese, di non tartassare ulteriormente i sui amministrati dimostrando grande senso di responsabilità nell’applicazione del nuovo tributo. Come è noto il nuovo tributo doveva prevedere la copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento, nonché il concorso al finanziamento dei costi relativi ai servizi indivisibili dei Comuni quali la Polizia Locale, l’Anagrafe, l’Ufficio Tecnico, l’illuminazione pubblica, l’istruzione pubblica, la manutenzione del verde e delle strade, ecc. Di fatto, dovevano convivere in Tares due componenti che hanno in comune la base immobiliare, ma rispondono ai principi e motivazioni sostanzialmente differenti. L’introduzione di questo tributo nasceva dal fatto che lo Stato, nel quadro dei minori trasferimenti agli enti locali, imponeva agli stessi di utilizzare i mezzi necessari per autofinanziarsi al fine di attuare una politica di contenimento della spesa pubblica.
Agostino Belcastro