Reggio Calabria. L’ammodernamento della Statale 106 Jonica, nel tratto Reggio Calabria- Lazzaro, è stato l’argomento dell’incontro tra il Presidente della Provincia Giuseppe Raffa e funzionari dell’area tecnica dell’Anas. All’incontro hanno preso parte il vicepresidente Giovanni Verduci, il consigliere provinciale Demetrio Cara e il dirigente del settore Viabilità e Trasporti dell’Ente di via Foti, ing. Domenica Catalfamo. Nel corso del vertice, innanzitutto, sono state affrontate le storiche criticità della 106 e, nel prosieguo, valutato lo scetticismo, di partiti, cittadini e comitati, sulla funzionalità di alcuni interventi in itinere o da avviare che, addirittura, provocherebbero ulteriori disagi sia alla circolazione veicolare sia agli abitanti di Ribergo di Pellaro e Sant’Elia di Lazzaro. Nel primo caso, con l’eliminazione dell’impianto semaforico e la conseguente istituzione del senso di marcia obbligatorio, il traffico veicolare mare – monte e viceversa dovrà seguire un percorso alternativo. “Ai tecnici dell’Anas -dice il presidente Giuseppe Raffa – abbiamo rappresentato le istante dei cittadini pellaresi ottenendo la disponibilità per un sopralluogo congiunto al fine di trovare una soluzione ottimale nell’interesse della popolazione residente. Alla stessa Anas, come Provincia, abbiamo sollecitato la realizzazione di opere di compensazione come elemento di ulteriore valorizzazione di questo rione di Pellaro. Accorgimenti tesi ad impedire l’isolamento le abbiamo chieste anche per Sant’Elia di Lazzaro, quartiere isolato rispetto all’attuale asse viario. Anche su questo problema apprezziamo la disponibilità del nostro interlocutore che si è impegnato a tenere conto delle necessità dei cittadini di questo rione del comune di Motta San Giovanni, in modo che la 106 non rappresenti per loro un diaframma, ma una strada inserita nel contesto urbanistico della zona. Se da un lato ci riteniamo soddisfatti per le assicurazioni ricevute dai tecnici dell’Anas, dall’altro vigileremo affinché vengano mantenute le procedure condivise per evitare l’emarginazione di piccoli agglomerati urbani la cui funzione non è certo marginale rispetto al più ampio contesto territoriale”.
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