Reggio Calabria. Nino Lo Giudice, presunto boss della omonima cosca di ‘ndrangheta ed ex collaboratore di giustizia, è stato catturato dalla Squadra Mobile in un appartamento nel quartiere di Vito, nella zona nord di Reggio Calabria, in compagnia della propria moglie. Il blitz degli uomini del primo dirigente Gennaro Semeraro è scattato stamani all’alba, ma già da ieri sera gli investigatori della mobile avevano avuto la certezza di avere individuato il covo del latitante. Lo Giudice era disarmato e non ha opposto alcuna resistenza. Adesso gli investigatori stanno risalendo all’identità dei proprietari dell’immobile, che potrebbero essere accusati di favoreggiamento. Lo Giudice era scomparso dallo scorso 3 giugno da Macerata, la località protetta dove scontava i domiciliari, e prima di scomparire aveva scritto un memoriale, poi recapitato a due avvocati reggini, nel quale ritrattava tutte le accuse.
Fin dal 3 giugno gli investigatori reggini, col supporto dello Sco della Polizia di Stato, avevano creato un gruppo di lavoro teso alla sua cattura. Già da qualche mese gli investigatori avevano capito che Lo Giudice si nascondeva in città, dove poteva contare dell’appoggio dei familiari. Lo Giudice è destinatario di due ordinanze di custodia cautelare, una per l’evasione da Macerata, e una per l’attentato delle bombe alla procura generale, per il quale è già stato condannato in primo grado.
Il blitz è scattato all’alba, in un appartamento nel quartiere di Vito. Lo Giudice non ha opposto resistenza, all’interno i poliziotti hanno sequestrato una parrucca da donna, il travestimento “preferito” da Nino Lo Giudice, 3 videocamere di sorveglianza, 2 cappellini “Polizia” e altro materiale che ora è al vaglio degli inquirenti.
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