Reggio Calabria. Nei momenti collettivi organizzati dalla società civile per esprimere solidarietà e vicinanza all’Associazione del Museo dello strumento musicale ho potuto registrare una volontà unanime, e delle associazioni e dei semplici cittadini, di mettere in atto tutte le iniziative necessarie per il recupero del manufatto, vilmente incendiato, e per il mantenimento dell’importante istituzione culturale nel medesimo posto.
Una reazione così spontanea e lucida non è frutto di una rivendicazione fine a se stessa , ma fa emergere la visione di una società civile reggina , o almeno di una buona parte, che non vuole cedere al ricatto mafioso. Affermare che l’attività museale debba continuare come e meglio di prima significa ripristinare una legalità violata e riaffermare un modello culturale che respinge una logica criminale che ormai sta soffocando la nostra comunità. In tal senso non vorrei che , nell’analisi di questi giorni, sia sfuggita la massiccia partecipazione dei cittadini reggini alla manifestazione di solidarietà svoltasi nella giornata di sabato 16 novembre perché, è bene dirlo, è da anni che non si osservava nulla del genere. Si ha la sensazione che i reggini abbiano voluto contemporaneamente esprimere solidarietà per un evento ben preciso ma nello stesso tempo gridare ( con balli, gioia, sorrisi) la loro rabbia e il loro desiderio di cambiamento.Una manifestazione che pare abbia assunto un significato altamente simbolico nel rappresentare un momento di ripartenza e un segnale di rottura rispetto al deterioramento irreversibile che siamo costretti a subire.
Se così è non posso non rilevare l’importanza che possono rivestire in questo momento due Enti che assumono un ruolo chiave nella vicenda, ovvero l’Amministrazione comunale e RFI, proprietaria dell’immobile e parte lesa alla quale mi risulta che è stata espressa solidarietà , e non solo,dagli Amici del Museo musicale. Non risulta, dispiace dirlo,che la Terna commissariale abbia preso posizione sulla drammatica vicenda al contrario di altre Istituzioni e vorremmo conoscere le motivazioni che stanno alla base di tale silenzio, rilevando , in questa fase, una assenza di risposte proprio alle istanze che sono partite dalla società civile attraverso le manifestazioni di questi giorni. Più precisamente vorremmo chiedere se ,nell’ambito della riqualificazione dell’area su cui sorge l’immobile incendiato, vi sia o meno la volontà di mantenere la destinazione culturale della struttura, come parrebbe, d’altronde, evincersi dallo stesso progetto preliminare cui è seguito un appalto/concorso ancora in essere o, al contrario, si potrebbe prefigurare qualcosa di diverso per l’importante area ? E’ importante che la Commissione straordinaria su questo punto fughi ogni dubbio sposando,senza tentennamenti, il percorso che porti, attraverso una azione sinergica con l’Ente delle Ferrovie, non solo al mantenimento e al recupero del manufatto, ma anche alla salvaguardia della destinazione e dell’affidamento all’Associazione attuale. Agire in modo diverso significherebbe allargare la distanza fra istituzioni e cittadini, soffocare sul nascere i segnali di un rinnovamento che si stanno faticosamente manifestando. Ecco perché ritengo utile che la Commissione straordinaria esca dal palazzo e vada ad incontrare gli amici del Museo dello strumento musicale.
Giuseppe Giordano
Consigliere regionale Idv