Reggio Calabria. La scomparsa di Rodolfo Chirico, poeta, drammaturgo ed intellettuale, preceduta qualche mese fa dalla morte di Pasquino Crupi, conclude un anno orribile per la cultura reggina che, in un breve volger di mesi, registra la perdita di due eminenti personalità. Rodolfo Chirico è stato una complessa figura di artista e di intellettuale, scomodo in una città abituata ai compromessi e ad un “politicamente corretto” – anche nel campo della cultura – che serviva e serve a nascondere un pauroso vuoto di idee. Il maestro Chirico non le mandava a dire, esprimeva giudizi spesso duri su uomini e donne di questa nostra Reggio che si atteggiavano a poeti e scrittori e lo faceva, talora, con una ironia amabile che serviva, appena, a stemperare l’asprezza di giudizio di chi sapeva bene, per averlo sperimentato di persona, quanto la via della poesia, del teatro e insomma dell’arte fosse aspra, lastricata di lacrime e sudore, di studio e letture. Lo ricordiamo ancora con il suo cappellaccio e l’eterno sigaro, spento sulle labbra, con il rimpianto di non averlo compreso fino in fondo. La città non ha voluto o saputo valorizzarlo per come meritava forse perché essa divora, per invidia, i suoi figli migliori, o forse perché non si era ancora accorta di quanto egli fosse grande.
Stefano Iorfida
Presidente Associazione Anassilaos