Brancaleone (Reggio Calabria). Proposto ricorso al TAR per la Calabria dai genitori degli alunni della classe prima della scuola secondaria di primo grado, frequentanti l’Istituto Comprensivo di Brancaleone Africo in merito al mancato sdoppiamento della classe. Il ricorso è stato avanzato al Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, all’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria, all’Ufficio IX-Ambito Territoriale per la Provincia di Reggio Calabria, all’Istituto Comprensivo di Brancaleone Africo e al Comune di Brancaleone. I genitori degli alunni della prima classe, col ricorso al TAR, impugnano il provvedimento emesso dall’Ufficio Scolastico Regionale-Ufficio IX-Ambito Territoriale per la Provincia di Reggio Calabria con il quale si è adeguato l’organico di diritto, all’organico di fatto. Il Comune di Brancaleone, quindi, è corso in aiuto dei genitori degli alunni nominando un legale di fiducia. Infatti, come si legge nella delibera di Giunta, “valutate le giuste ragioni dei genitori degli alunni minori, della classe prima della Scuola Secondaria di primo grado, dell’Istituto Comprensivo di Brancaleone, e reputato di sostenere legalmente, ad adiuvandum, il ricorso da loro proposto” e, dopo aver “ravvisata la necessità di costituirsi nel giudizio davanti al Tar di Reggio Calabria, ad adiuvandum, mediante la nomina di un avvocato a cui affidare la tutela degli interessi dell’Ente” ha conferito l’incarico all’avvocato Rosario Infantino del Foro di Reggio Calabria. Il “contenzioso” con le istituzioni scolastiche da parte dei genitori degli alunni della prima classe era nato all’inizio del corrente anno scolastico, allorquando, per protesta, avevano attuato uno sciopero ad oltranza facendo disertare le lezioni ai propri figli per alcuni giorni sia per motivi didattici, sia per motivi di sicurezza in quanto l’aula che ospitava i 31 alunni non era a norma di legge. Chiedevano, quindi, lo sdoppiamento della prima classe citando le disposizioni di legge in materia ricordando quali sono i parametri relativi al limite minimo e massimo per la capienza degli alunni in ogni aula, al fine di evitare che i discenti siano catalogati come a tanti “polli nel pollaio”. Purtroppo, nonostante i ripetuti incontri con le autorità scolastiche, comunali e le forze dell’ordine la situazione e rimasta allo stato “quo ante” e gli alunni si trovano ad essere costretti a “convivere” in una classe formata da 31 alunni. Ecco perché i genitori hanno proposto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale nella speranza di vedersi riconoscere i loro diritti. E hanno tutti i diritti in quanto in una classe affollata di 31 alunni gli insegnanti, nonostante la loro buona volontà, non possono seguire gli allievi al fine di dare loro un’offerta formativa al passo coi tempi che, a lungo andare, potrebbe rivelarsi inefficace ai fini della crescita umana,sociale e culturale degli stessi alunni.
Agostino Belcastro