Villa San Giovanni. Operaio palermitano arrestato dai Carabinieri con 29,5 kg di hashish

Villa San Giovanni (Reggio Calabria). Nel corso delle prime ore del 22 dicembre scorso i Carabinieri della Compagnia di Villa San Giovanni, a seguito di un’intensificazione dei servizi di controllo del territorio, volti alla prevenzione ed alla repressione dei reati, hanno tratto in arresto un palermitano di 28 anni, per detenzione finalizzata allo spaccio di sostanza stupefacente.
In particolare, l’intensificazione di tali servizi, oltre alla presenza delle “gazzelle”, ha visto l’impiego di personale in borghese, con particolare attenzione nei confronti degli imbarcaderi della Caronte & Tourist, l’area più sensibile della città villese, centro di snodo per i collegamenti da e per la Sicilia, ubicata esattamente di fronte alla Caserma dei Carabinieri.
Il blitz dei militari è scattato alle prime ore di domenica, quando i militari hanno fermato alcune vetture in coda sugli imbarcaderi privati, in attesa di una delle navi traghetto dirette verso Messina. I controlli si sono focalizzati su una vettura in particolare, una Kia Sportage grigio metallizzato, poiché i militari sono stati insospettiti dall’atteggiamento eccessivamente nervoso ed agitato dell’autista, unico occupante, identificato poi in Michele Bertolino, 28enne operaio di Palermo. La successiva perquisizione personale e veicolare ha confermato tale intuizione poiché sono stati rinvenuti ben 29,5 kg di sostanza stupefacente del tipo hashish, suddivisi in 29 panetti incellophanati, trasportati nel vano portabagagli della vettura, all’interno di un borsone in tela mimetica.
Viste le circostanze e l’ingente quantità di stupefacente posseduta, l’uomo è stato dichiarato in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente ed a seguito degli accertamenti di rito è stato condotto presso la casa circondariale di Reggio Calabria, dove rimarrà a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Oltre alla sostanza stupefacente, sono stati posti sotto sequestro il veicolo condotto dal malfattore, un tablet e un portafogli con numerose carte di credito. 
Al vaglio degli investigatori della compagnia di Villa San Giovanni vi sono ora le seguenti questioni: dove l’operaio abbia preso la sostanza stupefacente, da chi e a quale prezzo, ma soprattutto le “piazze” sicule dove avrebbe avuto intenzione di spacciare.

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