Reggio Calabria. Dal j’accuse al ne m’accuse pas il passo è breve. Con la stessa ferrea determinazione di un atto d’accusa, i due sindaci guerrieri Scopelliti e Arena infoderano spada e lance e alzano gli scudi per non essere dati in pasto ai reggini come la causa del rincaro della Tares. Lo fanno in conferenza stampa, stamani, in un’aula commissioni di Palazzo Campanella semideserto alla vigilia del nuovo anno. Un’accusa, quella di essere stati responsabili della “botta” di Natale arrivata con la posta, che i due respingono con sdegno, e con altrettanto sdegno mettono in guardia dalla personalizzazione delle accuse, dall’innalzamento del livello di scontro ben sopra l’asticella della civiltà. Scopelliti, in particolare, ricorda la manifestazione del 23 dicembre scorso indetta dal Movimento 5 Stelle: “Siamo rimasti sorpresi dalle dichiarazioni rese in piazza, si è raggiunto un livello di offesa personale, che arriva all’istigazione alla violenza e che rischia d innescata una miccia criminogena. Si rischia di arrivare alla guerriglia – avverte Scopelliti – se si alza il livello tanto da personalizzare lo scontro, quella che incita alla bieca violenza non è una politica responsabile”. La verità secondo Scopelliti e Arena è una soltanto: “La Tares è stata istituita dal decreto legge del 2011 del governo Monti, che i comuni devono applicare dal 2013. Cosa c’entrano Scopelliti e Arena? Qualcuno dice che serve per coprire il buco di bilancio – osserva Scopelliti – è una falsità, sarebbe illegittimo”. Semmai, spiega ancora il governatore, a Reggio Calabria non si riesce a capire quali coefficienti sono stati adottati: “Abbiamo la sensazione che con questa tassa si voglia andare a recuperare l’insoluto. Se il costo del servizio è di 28 milioni di euro ci spiegate perché dobbiamo pagare 37 milioni di euro?”. Sarà questa la domanda che Scopelliti e Arena, così come già preannunciato qualche giorno fa dagli esponenti del Nuovo Centro Destra, porranno ai commissari, e in particolare al prefetto Chiusolo, chiedendo di rivedere al ribasso alcuni coefficiente che la legge consente di applicare ai più disagiati. “Siamo sotto il livello di interlocuzione di civiltà”, ribadisce a sua volta Demi Arena, il quale si dice disponibile a interloquire con il M5S, che propone di pagare solo il 20% della Tares, purché il movimento abbracci il dialogo “politico” e abbandoni gli attacchi personali.
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