Brancaleone (Reggio Calabria). Per ricordare la figura di Francesco Bennati, un uomo al servizio dei diseredati, sarebbe opportuno che l’Amministrazione Comunale di Brancaleone, quando si deciderà di aggiornare la toponomastica, inserisse il suo nominativo tra le vie o le piazze da intitolare. Sono molti i cittadini che accoglierebbero con piacere questa decisione. Francesco Bennati, deceduto alcuni anni fa, era Presidente della Pia Associazione dello Spirito Santo “Gesù Buon Samaritano” di Brancaleone. Bennati era un insegnante elementare in pensione con l’hobby delle missioni. La sede dell’Associazione, i cui locali erano stati messi a disposizione da Bennati, senza pretesa alcuna, era meta continua dei numerosi extracomunitari che vivevano nel Comune di Brancaleone e in quelli viciniori. Molto nutrita era la colonia di cittadini indiani i quali avevano trovato lavoro nel campo dell’agricoltura, della pastorizia e del commercio. Per i loro figli era stata attuata, dalle autorità scolastiche, una seria politica per favorire l’integrazione a tutti i livelli. Per questi soggetti, appena “sbarcati” a Brancaleone, la Sede dell’Associazione era il loro punto di riferimento.
Bennati, da esperto e profondo conoscitore dell’animo umano, li accoglieva con grande carità cristiana mettendo al servizio di questi sventurati tutta la sua esperienza e disponibilità. Si interessava per trovare loro una sistemazione adeguata, di avviarli nel mondo del lavoro fornendo, infine ogni conforto sul piano logistico. Il dinamico Presidente, nonostante qualche acciacco, era sempre presente a fianco degli extracomunitari quando le necessità lo richiedevano come nel caso quando si è dovuta dare una degna sepoltura ad un extracomunitario deceduto per cause misteriose. Si era prodigato per trovargli, nel cimitero di Brancaleone, il loculo necessario. Questa sua vocazione lo aveva spinto, nel passato, ad intraprendere numerose missioni in India, nelle zone più depresse e disagiate, tanto da essere stato ricevuto da Madre Teresa di Calcutta e di avere avuto dalla “Piccola Grande Donna” la benedizione di continuare nella sua opera. L’avvenimento era stato immortalato in un ritratto il quale campeggiava nella sede dell’Associazione. Bennati,inoltre, si era reso promotore di raccolta di fondi per la costruzione di alcune scuole ed ospedali in alcune regioni dell’India. L’Associazione e il suo presidente si erano misurati,anche, in problematiche più impegnative. L’Associazione ospitava, pure, detenuti in regime di semilibertà o in affidamento i quali dopo un periodo di prova venivano inseriti nella società e nella famiglia. In sostanza, la “Casa” di Bennati era un porto sicuro cui ogni ” naufrago” poteva rifugiarsi. Il “Piccolo Grande Uomo”(era di statura bassa) è rimasto nel cuore della gente di Brancaleone perché correva sempre in aiuto di chi aveva bisogno e poi perché era una persona buona e socievole e non faceva mai pesare il suo operato. Ecco perché sarebbe opportuno che l’Amministrazione Comunale esaminasse la possibilità di intitolargli una strada o una piazza affinché la figura dell”apostolo” della gente umile e bisognosa resti perennemente nella memoria di tutti.
Agostino Belcastro