Reggio Calabria. «Ritengo che Nucera mi abbia calunniato, sono sempre più convinto che abbia detto un sacco di bugie e che si facesse scudo di me per coprire il suo rapporto diretto con la famiglia Condemi. Con i Caridi, Nucera ha un rapporto personale e ancora più antico». Dall’ex assessore comunale Giuseppe Plutino è arrivata ieri in aula nel processo Alta Tensione una conferma delle accuse formulate già qualche settimana fa a carico di quello che un tempo è stato il suo mentore e in seguito sarebbe divenuto il suo grande accusatore, l’attuale segretario questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera. Secondo le dichiarazioni rese da Plutino, Nucera non avrebbe digerito il suo allontanamento politico, in seguito al quale l’attuale consigliere regionale avrebbe deciso di scaricare su di lui la responsabilità e il peso del suo rapporto con la famiglia Condemi – cugini dell’ex assessore finito in manette, ma anche del potente clan Caridi – da sempre protagonista del rastrellamento delle preferenze in suo favore nella zona di San Giorgio Extra.
Circostanze confermate anche dai fratelli Domenico “Doddi” e Filippo Condemi. «Nucera ha detto di essere intimorito da me, ma vorrei chiedergli se aveva la stessa paura quando andavamo a braccetto a chiedere i voti in tutta San Giorgio Extra», ha detto Domenico Condemi nel corso delle lunghe dichiarazioni spontanee che ha chiesto e ottenuto di fare. Anche secondo lui Nucera avrebbe mentito, così come a suo dire avrebbe mentito il figlio del segretario questore che nel corso delle passate udienze aveva affermato di non aver mai avuto a che fare con i Condemi. Insieme a lui infatti – ha raccontato – «siamo andati alla sezione 131, ha preso 11 o 15 schede di malati di mente e le ha firmate tutte lui».
Allo stesso modo, ha aggiunto Doddi, sarebbero state pilotate le preferenze degli anziani di San Giorgio Extra: «A mio figlio che all’epoca aveva otto anni chiedevano di accompagnarli presentandosi come il nipote, doveva entrare con loro e scrivere Nucera». Accuse confermate anche dal fratello Filippo, che nel corso del suo esame ha ricordato gli stretti rapporti che legavano la sua famiglia al politico. «Con Nucera – ha detto rispondendo alle domande dell’avvocato Giacomo Iaria – abbiamo rapporti diretti dal 2000. Abbiamo fatto tutte le campagne elettorali per lui, a spese nostre». Ma i rapporti non si limitavano a questo. «È venuto al mio matrimonio, è rientrato da Roma per la morte di mia madre, è venuto al funerale di uno zio», ha sottolinea Condemi, senza dimenticare di citare quel viaggio a Cosenza fatto assieme all’onorevole «per avere luce sul progetto che avevo presentato».
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