Stato dell’arte del fenomeno erosivo a Brancaleone

Brancaleone (Reggio Calabria). Negli ultimi anni risulta evidente una continua erosione della spiaggia di Brancaleone. La zona costiera, da tempo, è soggetta ad un fenomeno di arretramento le cui cause vengono, di volta in volta, attribuite a complessi fenomeni meteomarini, alle variazioni climatiche, all’effetto serra, alle azioni antropiche e, più in generale, alle modificazioni ambientali. Qualche anno fa, la Regione Calabria aveva assegnato al Comune di Brancaleone un contributo di 900.000 euro per lavori che prevedano la difesa del patrimonio pubblico e privato che si sviluppa lungo la via Marina tra il torrente Fiumarella e la fiumara Altalia. Il fenomeno è visibile anche ad occhio nudo. Di fatto ci sono alcune zone della costa, in particolar modo in prossimità della Caserma del Corpo Forestale dello Stato dove la dinamica del litorale vede un’alternanza di fasi erosive e di ripascimento della costa. Le due diverse fasi dipendono essenzialmente dalla direzione prevalente delle mareggiate nel corso del periodo autunnale e invernale. Di conseguenza anche i fondali sabbiosi che si trovano al di là della scogliera aumentano o diminuiscono di profondità a seconda della quantità di sabbia che viene deposta o rimossa sul litorale. Il fenomeno di erosione della costa non si limita solo sul litorale di Brancaleone. Infatti anche il suggestivo Promontorio di Capo Bruzzano (il tratto di costa che si snoda da Ferruzzano ad Africo, tanto per intenderci le famose Gallerie) è interessato ad un lento fenomeno di bradisismo. E’ un fenomeno che si manifesta attraverso l’abbassamento del livello del suolo, relativamente lento sulla scala dei tempi umani ma molto veloce rispetto ai tempi geologici. Capo Bruzzano, l’antico “Promontorium Zephirium” è in una fase d’immersione a lenta demolizione. E’ questa la tesi di diversi studiosi che pongono l’accento sul fatto che tutta la zona che ruota intorno al celebre promontorio sia soggetta al fenomeno del bradisismo. “Sono fenomeni facilmente visibili” sostengono gli studiosi “anche ad un osservatore non esperto e che discendono dalla presenza di scogliere in prossimità della riva”. Gli addetti ai lavori sostengono, ancora che “le burrasche di mare e di vento e l’instaurarsi di una sommatoria di elementi portano al risultato finale di creare sottoflutto una ricerca di particelle solide in sospensione (sabbia) nella direzione della corrente e un’erosione dovuta all’instaurarsi di fenomeni circuitali e vorticosi in posizione retrostante alla scogliera e, quindi, in definitiva, l’accentuarsi del fenomeno erosivo”.

Agostino Belcastro

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