Reggio Calabria. Un’aula magna della Facoltà di Architettura gremita e tinteggiata dai colori delle toghe dei numerosi professori della Mediterranea ha ospitato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza, in occasione del conferimento della laurea honoris causa in architettura al prof. Salvatore Settis. La cerimonia è stata introdotta dal Rettore dell’Università Mediterranea Pasquale Catanoso, il quale ha manifestato profonda stima per il Ministro, per poi sollecitare ad una riflessione su due temi fondamentali: la riforma dei finanziamenti alle Università e la semplificazione delle procedure. L’impegno dell’Ateneo reggino unitamente ad altri atenei del Sud è quello di fornire maggiori opportunità ad un territorio molto disagiato. Le motivazioni della laurea ad honorem sono state enunciate dal professore Gianfranco Neri, Direttore del Dipartimento di Architettura e Territorio, che ha elogiato il professore per l’impegno, il rigore costante e la passione civile dimostrate durante la sua carriera accademica, un percorso di conoscenza improntato alla libertà di pensiero ed al coraggio. Doti che lo hanno reso una guida per gli altri docenti, non solo per la grande conoscenza storica,archeologica ed artistica, ma soprattutto per aver loro trasmesso la riconquista di una nuova visione d’insieme della scienza, in cui l’orizzonte non è più limitato dalle diverse compartimentazioni del sapere, generatrici di posizioni conflittuali.
La sfida degli insegnanti è proprio questa riforma del pensiero, nella quale riveste un ruolo importante la figura dell’architetto. Dopo una puntuale rassegna delle opere saggistiche del Professore, a cura della professoressa Laura Thermes, che ha posto in risalto l’ultimo libro “Paesaggio Costituzione Cemento”, in cui è centrale il tema del degrado paesaggistico, è stata la volta della tanto attesa lectio magistralis di Settis. Il neo architetto esordisce esprimendo la propria inadeguatezza rispetto alla qualifica conferitagli, e rivendicando al tempo stesso il suo punto di vista di cittadino che, proprio perché appartenente alla società civile, è in grado di formulare una riflessione sul ruolo dell’architetto, la cui opera ha un forte impatto sociale. Il tema della lectio è l’etica dell’architetto e il restauro del paesaggio. Le condizioni di quest’ultimo sono più che mai gravi, soprattutto in Calabria, terra cara al professore, a causa di un abusivismo edilizio irrefrenabile che nel 2009 ha raggiunto l’apice con 5210 abusi su 700 km di costa calabrese. Le responsabilità per questo scempio sono molteplici: dagli imprenditori, agli ingegneri, agli urbanisti, ai politici, alla mafia fino agli architetti. Secondo Settis la svolta sarebbe rappresentata da una tensione più viva verso l’etica nelle professioni.
Partendo dal giuramento di Ippocrate, caro ai medici, cita il trattato “De architectura” di Vitruvio, in cui questi descrive le caratteristiche dell’architetto ideale. L’Architetto deve avvalersi dell’apporto di molte discipline, deve conoscere l’arte, la cultura letteraria, il disegno, la geometria, la musica, la storia, la medicina, il diritto, l’ astronomia e l’astrologia, deve essere generoso, leale, moralmente integro, pratico nella costruzione di un edificio, ma razionale nella sua ricostruzione teorica. Settis ipotizza un “giuramento di Vitruvio” che secondo lui avrebbe potuto evitare molte opere di speculazione edilizia. La messa in sicurezza delle opere è la vera sfida, per la cui realizzazione centrale è la formazione scolastica. Settis elogia l’iniziativa del Ministro Carrozza di incentivare l’insegnamento umanistico, lo studio della storia dell’arte. La rivoluzione ha bisogno di tempo e del diffondersi di una cultura urbanistica e architettonica nuova, che richiede all’architetto un nuovo patto con la società, un giuramento, la cui stella polare dovrebbe essere il bene comune, così come previsto dalla stessa Carta Costituzionale.
Nella stessa direzione l’intervento del Ministro Carrozza che parla del professore come esempio del “genio italiano” e cita l’art.9 della Costituzione concernente la tutela dell’ambiente, del paesaggio, ma anche la ricerca scientifica: “Tra progresso e abuso è necessario risvegliare lo sguardo vigile dell’etica pubblica. Questa consapevolezza deve essere trasmessa agli studenti tramite la sfida pedagogica.” Il Ministro ha posto inoltre l’accento sul concetto di Familiarità dello spazio vitale, uno spazio in grado di unire tutte le classi sociali. “È necessario avere consapevolezza della fragilità della bellezza del nostro Paese. Il paesaggio si trasforma in ambiente, in territorio e attrae nuove forme di aggressione, va quindi tutelato, compreso e difeso. È questo il compito dei futuri architetti: rivendicare il ruolo pubblico dell’architettura, della messa in sicurezza, della tutela del patrimonio dell’edilizia scolastica. Sicurezza delle scuole significa dignità degli operatori scolastici. La lezione di Settis è di responsabilizzazione dell’architettura, dell’insegnamento e della cittadinanza”.
Barbara Priolo