Reggio Calabria. Dalle prime luci dell’alba, i Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria – Nucleo di Polizia Tributaria – Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata e Gruppo Tutela Economia – stanno eseguendo, su tutto il territorio nazionale, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, nei confronti di 16 persone, presunti responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, corruzione e alla rivelazione del segreto d’ufficio, nonché il sequestro di 12 società e beni per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro.
È stata, inoltre, notificata la misura dell’interdittiva dall’esercizio dell’impresa nei confronti di un ulteriore imprenditore.
L’attività conclusa in data odierna, che ha consentito la completa e definitiva disarticolazione di un presunto gruppo criminale/imprenditoriale in grado di “pilotare” sistematicamente l’andamento e l’aggiudicazione di numerosi appalti pubblici, è la diretta conseguenza degli approfondimenti investigativi successivi all’esecuzione dell’operazione denominata “Ceralacca”, conclusasi nel marzo 2012.
L’analisi e lo studio approfondito della copiosa documentazione sottoposta a sequestro nel corso delle perquisizioni, in particolare gli incartamenti delle gare truccate, le prolungate e approfondite attività di riscontro eseguite e le ulteriori risultanze investigative, hanno consentito di confermare come tutti i soggetti segnalati, appartenenti al sodalizio riconducibile al cosiddetto “Gruppo OMISSIS PER DIRITTO OBLIO”, già raggiunti da provvedimenti cautelari personali, avevano ricoperto un ruolo ben delineato, strutturato e determinante per il buon andamento della stessa organizzazione e di individuare, inoltre, anche l’identità degli imprenditori, che unitamente ai OMISSIS PER DIRITTO OBLIO si prestavano a realizzare il meccanismo di un illecito e consolidato “cartello”, basato sulla raccolta dei preventivi e sulle collusioni con gli impiegati pubblici che consentiva al gruppo criminale di determinare la vittoria degli appalti, in favore di una delle imprese facente parte del predetto cartello.
In pratica, proprio grazie alla simultanea e “prezzolata” compartecipazione di impiegati/funzionari pubblici e compiacenti imprenditori collusi, il Gruppo OMISSIS PER DIRITTO OBLIO avrebbe realizzato quell’apparentemente inattaccabile “sistema OMISSIS PER DIRITTO OBLIO” in grado di garantire l’ingiusto profitto attraverso l’acquisizione, diretta e/o indiretta, la gestione ed il controllo di numerosi e rilevanti appalti pubblici banditi non solo dalla locale Suap (Stazione unica appaltante della provincia), ma anche dalla società a partecipazione pubblica regionale denominata SO.R.I.CAL. S.p.A.., la società che gestisce le risorse idriche regionali.
Infatti, proprio grazie alla connivenza, a seconda dei casi, di funzionari e/o di impiegati intranei alle stazioni appaltanti, le indagini hanno dimostrato come i OMISSIS PER DIRITTO OBLIO avrebbero avuto, addirittura, la disponibilità delle buste contenenti le offerte presentate relativamente ai singoli bandi e che, prima dell’espletamento effettivo della seduta di aggiudicazione, avrebbero provveduto abilmente ad aprire e poi richiudere, modificando opportunamente quelle presentate dalle proprie aziende – e/o da imprese “amiche” – condizionando a loro favore l’aggiudicazione della gara.
Le indagini condotte, inoltre, hanno permesso di accertare che la connivenza di funzionari ed impiegati sarebbe stata ottenuta dai OMISSIS PER DIRITTO OBLIO mediante atti di corruzione e/o di intimidazione, attraverso cui sarebbero riusciti ad ottenere la collaborazione delle persone “utili” ai loro scopi e/o nei confronti di chi mostrava “titubanze”.
Tra le emergenze investigative non sono mancati anche numerosi riscontri circa reciproci scambi di “favori” con imprenditori “amici”, disposti a presentare “idonee” offerte in cambio di subappalti o, viceversa, che in alcuni casi venivano favoriti nell’aggiudicazione dei lavori, salvo l’obbligo di conferire parte degli stessi in subappalto secondo le precise indicazioni dei OMISSIS PER DIRITTO OBLIO.
Il modus operandi adottato dall’associazione aveva consentito di superare anche i controlli effettuati dalle Stazioni Appaltanti, in quanto – a tutti gli effetti pratici – la gara non presentava anomalie.
Nello specifico, le indagini che hanno portato all’operazione odierna hanno dimostrato, definitivamente, come il meccanismo messo in atto dai OMISSIS PER DIRITTO OBLIO si basasse su di un duplice fronte di azioni: da una parte la presentazione di offerte da parte di diverse imprese direttamente controllate dalla famiglia OMISSIS PER DIRITTO OBLIO o comunque che si prestavano a presentare offerte fittizie per le diverse gare, il cui contenuto era evidentemente noto sin dall’inizio agli indagati, mentre dall’altra parte, per le offerte presentate dalle imprese che non erano controllate né direttamente né indirettamente dai OMISSIS PER DIRITTO OBLIO, essi avevano la necessità di impossessarsi delle buste di gare per conoscerne il contenuto. Per tale ragione i OMISSIS PER DIRITTO OBLIO avevano la necessità di entrare nella sede della Suap, grazie all’aiuto dei dipendenti pubblici OMISSIS PER DIRITTO OBLIO e OMISSIS PER DIRITTO OBLIO, ovvero dei funzionari/impiegati Sorical, i quali erano completamente asserviti agli scopi illeciti del sistema OMISSIS PER DIRITTO OBLIO.
Pertanto, a coronamento delle investigazioni, in data 21.01.2014, sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di:
ELENCO RIMOSSO PER DIRITTO OBLIO
nonché l’interdizione dall’esercizio di un’impresa nei confronti di OMISSIS PER DIRITTO OBLIO, 49enne nato a Cosenza.
Contestualmente, è stato disposto il sequestro preventivo delle seguenti società, con tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale (i crediti, gli articoli risultanti dall’inventario, i beni strumentali, la denominazione aziendale, l’avviamento), i conti correnti, nonché tutte le autorizzazioni all’esercizio dell’attività commerciale concesse dalle autorità competenti:
ELENCO RIMOSSO PER DIRITTO OBLIO